Trump all'America: “Ucciso il maggior terrorista mondiale”

Inizia con una mezz'ora di ritardo Donald Trump ma il suo è un discorso breve, che definisce la posizione americana sul fronte iraniano e cementifica una convinzione che, nell'anno che rimane di presidenza (rischio impeachment a parte), il Tycoon si impegnerà a far diventare realtà a tutti gli effetti: “L'Iran non avrà mai la bomba atomica“. Anzi, Trump invita tutti coloro che ancora tentennano – Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Cina – a chiamarsi fuori “quel che resta di questo pazzesco accordo sul nucleare” che “ha spianato davanti all'Iran una strada libera verso l'atomica”. Il tema del nucleare tiene inevitabilmente alta l'asticella dei contenuti ma anche l'escalation in Medio Oriente resta al centro dei pensieri del presidente. Di sicuro, afferma, “non abbiamo subito vittime (dai raid missilistici della notte scorsa, ndr), tutti i soldati sono incolumi. Abbiamo subito solo danni presso le basi militari colpite. Le nostre grandi forze militari sono pronte a tutto, l'Iran sembra rimanere fermo in questo momento, e questo è positivo per noi e per il mondo“.

Il raid

Trump ha spiegato che “nessuna vita americana o irachena è stata perduta” grazie “alla precauzione, alle forze in campo e all'avviso anticipato”. Poi una prima offensiva contro Teheran: “Dal 1979 le nazioni hanno sopportato il comportamento distruttivo e destabilizzante dell'Iran. Loro sono stati il maggiore sponsor al terrorismo e una minaccia al mondo civile”. E l'inevitabile chiarimento sull'operazione che ha portato alla morte di Qasem Soleimani, leader delle milizie dei Pasdaran, a Baghdad: “La settimana scorsa abbiamo messo in atto un'azione decisiva per fermare un terrorista spietato: sotto il mio comando è stato eliminato il maggiore terrorista mondiale, Soleimani, capo dele forze Quds, personalmente responsabile di alcune delle peggiori atrocità. Addestrava eserciti terroristi come Hezbollah – dice Trump -, alimentava guerre sanguinose, ha ucciso o ferito migliaia di soldati americani, con bombe artigianali che smembravano le vittime. Ha condotto un attacco contro le forze americane in Iraq presso l'ambasciata di Baghdad e pianificava altri attacchi ma noi glielo abbiamo impedito”. Concetti già espressi in precedenza, così come la specifica che Soleimani “avrebbe dovuto essere ucciso molto tempo fa”. La sua morte costituisce comunque “un importante messaggio ai terroristi: non potete minacciare il nostro popolo se non apprezzate la vita del vostro”.

Forza e diplomazia

Detto del nucleare, Trump annuncia ulteriori sanzioni ai danni di Teheran “finché non cambierà il suo comportamento”, ricordando i casi di presunto sabotaggio nello Stretto di Hormuz e l'abbattimento del drone americano. “Dopo il pazzesco accordo sul nucleare, all'Iran sono stati dati 150 miliardi di dollari e, invece di ringraziarci, ora inneggiano alla morte dell'America. Con quel denaro hanno dato vita al terrorismo creando l'inferno in Libia, Afghanistan e Siria”. Ma Trump non chiude del tutto alla diplomazia: “Dobbiamo fare un accordo con l'Iran che possa portare pace: può essere un grande Paese ma non può esserci stabilità se continua a fomentare le guerre. Oggi chiederò alla Nato di essere più coinvolta nel processo mediorientale. La nostra economia più forte che mai, abbiamo raggiunto l'indipendenza energetica. Questi erano risultati ritenuti impossibili”. Accanto allo spiraglio diplomatico, Trump pone il deterrente della forza americana: “I nostri missili sono grandi, potenti, precisi, rapidi, molti in costruzione sono ipersonici. Descrivere questa imponente attrezzatura non significa che dobbiamo utilizzarla, anzi, non vogliamo utilizzarla. La forza americana è il deterrente migliore. Dopo aver distrutto l'Isis, abbiamo ucciso suo leader selvaggio, responsabile di tanta morte, compresa la decapitazione di cristiani e musulmani che si erano posti sul suo cammino. La distruzione dell'Isis è positiva per l'Iran e dovremmo collaborare su queste responsabilità condivise. Noi vogilamo per loro un grande futuro di prosperità… gli Usa sono pronti ad abbracciare la pace con tutti coloro che la ricercano”.