C’è una ghiaccio che, a determinate condizioni di pressione, congela a temperatura ambiente. E’ il cosiddetto ghiaccio XXI, chiamato così perché si tratta della ventunesima forma solida di ghiaccio finora nota, studiato con il più grande laser a raggi X del mondo e alla sorgente di fotoni ad alta energia Petra III del sincrotrone tedesco Desy. Si ritiene possa essere uno stadio intermedio di altre fasi di ghiaccio presenti su lune e pianeti.
La scoperta
Scoperta una bizzarra forma di ghiaccio d’acqua che solidifica a temperatura ambiente in condizioni di pressione estrema: è stata chiamata ghiaccio XXI (perché è la 21esima forma solida di ghiaccio nota finora), è stata studiata grazie al più grande laser a raggi X del mondo, presso la European X-Ray Free-Electron Laser Facility (Xfel) in Germania, e grazie alla sorgente di fotoni ad alta energia Petra III del sincrotrone tedesco Desy.
L’identikit
Il suo identikit, pubblicato sulla rivista Nature Materials, lascia supporre che altre fasi del ghiaccio ancora sconosciute potrebbero esistere su lune e pianeti ghiacciati. Il ghiaccio XXI è caratterizzato da una struttura cristallina tetragonale con unità ripetute piuttosto grandi, composte da 152 molecole d’acqua. Per ottenerlo, i ricercatori del Korea Research Institute of Standards and Science hanno usato una cella a incudine di diamante per comprimere l’acqua a pressioni circa 20.000 volte la normale pressione atmosferica in dieci millisecondi. La pressione è stata poi rilasciata in modo lento, nell’arco di un secondo, prima di ripetere il processo.
Ghiaccio nello spazio
Nel mentre, i ricercatori hanno usato i raggi X per catturare un milione di immagini al secondo in modo da osservare i cambiamenti della struttura cristallina. Il ghiaccio XXI potrebbe essere uno dei possibili stadi intermedi nel percorso che porta l’acqua verso una fase esotica chiamata ghiaccio VI, che si ritiene sia presente all’interno di lune ghiacciate come Titano e Ganimede
Fonte Ansa

