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Leone XIV al Convegno Jérôme Lejeune: “La conoscenza scientifica sia al servizio della verità e del bene comune”

Il saluto del Santo Padre in una lettera agli organizzatori ha sorpreso i partecipanti al Terzo Congresso internazionale di Bioetica svoltosi a Roma e organizzato dalla Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune

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Foto di Heike Mintel su Unsplash

“Papa Leone XIV desidera rivolgere agli organizzatori, ai relatori e ai partecipanti il suo cordiale e benaugurante pensiero esprimendo vivo apprezzamento per l’iniziativa”. Con queste parole il Sommo Pontefice ha salutato i partecipanti al Terzo Convengo Internazionale di Bioetica, svoltosi a Roma presso la Pontificio Istituto Patristico Augustinianum. Il convegno ha visto la partecipazione di illustri relatori provenienti da tutto il mondo, espressione del mondo scientifico cattolico: professori, medici, bioeticisti, giuristi, filosofi e scienziati. La lettera del Santo Padre Leone XIV, firmata dal Segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin e indirizzata alla professoressa Mónica López Barahona Presidente della Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune, è stata letta a chiusura dei lavori destando sorpresa e commozione tra i presenti.

Papa Leone XIV ha auspicato “che le attività congressuali possano favorire approcci alla scienza sempre più autenticamente umani e rispettosi dell’integrità della persona” e ha incoraggiato a “perseverare con impegno nello studio e nell’applicazione della conoscenza scientifica al servizio della verità e per il bene comune”.

Un forum di primo piano per le sfide della bioetica

L’evento è stato organizzato dalla Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune assieme al supporto di 40 istituzioni internazionali e università tra le quali la Catholic University of America,  il Pellegrino Institute e il Kennedy Institute della Georgetown University, Knights of Colombus, la Federazione internazionale dei Medici cattolici (FIAMC), Word on Fire di mons. Robert Barron (Usa) e ovviamente la Fondazione Jérôme Lejeune. A guidare i lavori il prof. Jean-Marie Le Méné, Presidente della Fondation Jérôme Lejeune e la prof.ssa Mónica López Barahona, Presidente della Cattedra Internazionale di Bioetica Jérôme Lejeune, entrambi membri ordinari della Pontificia Accademia per la Vita. Ad inaugurare i lavori il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, Arcivescovo di Utrecht, medico e membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita, nonché autore di un manuale di etica familiare e bioetica pubblicato in Italia col titolo Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale (Cantagalli 2025). Di grande rilievo e profondo significato è stato il saluto di mons. Renzo Pegoraro che papa Leone ha recentemente nominato nuovo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita come successore dell’arcivescovo mons. Vincenzo Paglia. Giunto alla sua terza edizione il convengo si conferma come un forum di primo piano per dibattere sulle questioni essenziali nel campo della bioetica.

Lo splendore della verità nella scienza e nella bioetica

Il tema centrale del convegno di questo anno è stato quello della verità, come recita il titolo scelto: «Lo splendore della verità nella Scienza e nella Bioetica». L’obiettivo degli organizzatori è stato quello di analizzare il rapporto tra Scienza e Verità nell’incrocio tra le scienze mediche e sperimentali (medicina, genetica, fisica), la filosofia e la teologia. Dalla verità nella teorie scientifiche (Big Bang e creazionismo) alla verità nel campo bioetico e deontologico, nel continuo perseguire il fine fondamentale del bene dell’uomo seguendo le orme del Venerabile Jérôme Lejeune.

Durante le sedute si sono affrontati diverse tematiche come quella della consulenza genetica, la disforia di genere, dell’obiezione di coscienza e infine del rapporto tra la teoria evoluzionista, la verità scientifica e la Rivelazione, con l’intervento dell’imprenditore e saggista Olivier Bonnassies, autore del best-seller internazionale Dio, la scienza, le prove. L’alba di una rivoluzione.

Jérôme Lejeune, uno scienziato al servizio del Vangelo

Proclamato “venerabile” nel 2021, Jérôme Lejeune (1926-1994) – sposato e padre di famiglia – fu un antesignano della genetica moderna e primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Studiando la Sindrome di Down, scoprì che nei bambini affetti dalla sindrome, è presente un cromosoma in più nella coppia 21, per cui si iniziò ad indicare questa sindrome con il termine “Trisomia 21”. Fu un pioniere nello sviluppo della genetica moderna dimostrando sempre una grande attenzione e amore ai suoi pazienti. Criticò duramente chi utilizzava i test pre-natali per motivi eugenetici eliminando i feti in cui era presente la sindrome di Down (Trisomia 21). Questo suo coraggio nell’esporsi contro l’aborto e la sua ferma posizione a favore della vita gli costarono l’isolamento dal mondo scientifico e il taglio dei fondi per la ricerca.

Nel 1964 fu nominato presidente e docente della prima cattedra di Genetica Fondamentale presso la Facoltà di Medicina di Parigi. Nel 1974 papa san Paolo VI lo nominò membro della Pontificia Accademia delle Scienze e nel 1994 fu nominato da papa san Giovanni Paolo II primo Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che avevano creato assieme (e di cui Lejeune scrisse gli Statuti). Uomo di profonda fede e devozione, Lejeune cercò sempre, con zelo straordinario, di mostrare l’armonia tra la scienza e la fede annunciando il Vangelo negli ambienti scientifici, medici e ospedalieri da lui frequentati.

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