Le reliquie ci conducono al ricordo della Passione di Gesù. Ma cos’è una reliquia? Quando parliamo di reliquia dobbiamo intendere un oggetto associato di solito ad un santo o ad un martire. Il termine reliquia deriva dal latino “reliquiae” che significa resti. Non dobbiamo chiederci se esse siano autentiche, non sono dogmi di fede, infatti per chi crede non c’è bisogno di oggetti, figure o statue, per manifestare la propria fede e il proprio credo, per questo abbiamo la Parola di Dio. La Chiesa non obbliga i fedeli a credere nell’autenticità di tutte le reliquie, la fede nelle reliquie è senza dubbio, una questione di devozione personale.
Tuttavia la venerazione delle reliquie dei santi è una pratica tradizionale nella Chiesa Cattolica, risalente ai primi secoli del cristianesimo. Esse sono viste come oggetti sacri che ricordano la santità di una persona e la vicinanza a Dio, questa venerazione delle reliquie ha origini popolari e profonde che risalgono ai martiri dei primi secoli. Se pensiamo alle reliquie che si riferiscono alla Passione di Gesù, non possiamo dimenticare la “Sacra Sindone”, il lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. Dopo millenni ancora storici e scienziati, e ricercatori di ogni parte del mondo si stanno interrogando sulla sua autenticità. La “Sacra Sindone” è custodita nella Cattedrale di Torino, e nel prossimo mese di maggio, dovrebbe esserci l’ostensione riservata ai giovani. Nella basilica di Sant’Andrea, precisamente nella cripta, a Mantova, è conservato il “Sangue di Gesù”, portato secondo il racconto tradizionale, dal centurione romano Longino, che trafisse il costato di Nostro Signore. Dall’inizio del XV secolo, la preziosa reliquia è posta in due pissidi, che i mantovani identificano chiamandoli “Sacri Vasi”, di solito vengono esposti il venerdì santo e condotti in processione per le vie della città lombarda. In occasione dell’Anno Santo, i “Sacri Vasi”, sono sempre visibili attraverso un vetro.
Naturalmente la città di Roma, conserva tante reliquie. Nella basilica di Santa Prassede, nella cappella di S. Zenone si trova la “Colonna della flagellazione”, alta appena 63 centimetri, sarebbe giunta nella Città Eterna, per opera del Cardinale Giovanni Colonna nel 1223.
Un’intera cappella delle reliquie, la troviamo invece, nella basilica romana di S. Croce in Gerusalemme. La tradizione ci dice, che questi particolari e preziosi oggetti furono portate da Elena, la madre dell’imperatore Costantino (306-337) esse riguardano alcuni frammenti della Croce, uno dei chiodi utilizzati nella crocifissione di Gesù, e poi il “Titulus Crucis”, la tavoletta è inscritta da destra verso sinistra con caratteri ebraici, greci e latini, su tre righe e riporta la motivazione della condanna a morte di Gesù: “I NAZARINUS REX IUDAEORUM “.
Un’ altra reliquia è quella del Velo della Veronica. La leggenda narra che una donna di nome Veronica asciugò il volto di Gesù con un panno, come descritto nella sesta stazione Via Crucis, e sul panno rimase impresso il volto di Gesù. Il nome Veronica potrebbe derivare dal latino “Vera Icona”, cioè vera immagine, questa reliquia è conservata nella basilica vaticana di San Pietro, essa rimane un’importante testimonianza della fede cristiana.
A San Giovanni in Laterano, in alto sopra la cappella del SS. Sacramento, si trova un bassorilievo che raffigura l’Ultima Cena, e nella stanza non accessibile ai fedeli c’è la tavola formata da due pannelli di legno di cedro, questa reliquia sarebbe stata portata a Roma dall’imperatore Tito nell’anno 70 d.C., come parte del bottino di guerra dopo la Prima Guerra Giudaica, si ritiene che sia la tavola su cui Gesù consumò l’Ultima Cena, con i suoi discepoli, prima di essere arrestato
Un’altra reliquia legata alla Passione di Cristo è molto venerata nella cittadina abruzzesi di Lanciano, luogo famoso e conosciuto per il miracolo eucaristico del 750, è quella della “lancia” di Longino. Una leggenda ci racconta che lo stesso centurione romano fosse nato a Lanciano, che all’epoca si chiamava Anxanum e che dopo la conversione al cristianesimo lo stesso Longino, tornò nella sua città natale, inoltre il sangue di Gesù, schizzato sulla lancia, guarì il soldato romano da una malattia agli occhi.
Scendendo al Sud della nostra penisola, ci fermiamo ad Andria in Puglia, dove nella cattedrale della cittadina è conservata la “Sacra Spina”, considerata una delle spine appartenenti alla corona di spine di Gesù Cristo. Questa reliquia è oggetto di grande devozione e suscita interesse per i fenomeni straordinari che la tradizione le attribuisce. La reliquia sarebbe stata donata alla città di Andria nel 1308 da Beatrice d’Angiò (1290-1335) figlia del re di Sicilia Carlo II (1254-1309). La Sacra Spina è nota per un fenomeno particolare: si dice che manifesti delle modificazioni, come un rigonfiamento e un cambiamento di colore, negli anni in cui il Venerdì Santo coincide con il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. Questo fenomeno è stato documentato in diverse occasioni nel corso dei secoli. La reliquia è conservata in un prezioso reliquiario e viene esposta alla venerazione dei fedeli in particolari occasioni, specialmente durante la Settimana Santa.
Abbiamo voluto ricordare solo alcune delle tante reliquie che si trovano nel nostro territorio, esse sono una testimonianza, in quanto la Chiesa cattolica distingue chiaramente tra la venerazione delle reliquie e l’adorazione, che è riservata solo a Dio.

