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Turismo Dop, le potenzialità dell’agricoltura italiana

Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia guidano il turismo legato alle eccellenze agroalimentari

Il primo rapporto “Turismo Dop”, presentato a Roma dalla Fondazione Qualivita con Origin Italia e il supporto del Masaf, fotografa un’Italia a due velocità. Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia guidano il turismo legato alle eccellenze agroalimentari, grazie a filiere strutturate e consorzi attivi. Il Sud, pur ricco di produzioni Dop-Igp e attrattive naturali, fatica a valorizzare il proprio potenziale. Lo studio evidenzia l’urgenza di colmare questo divario per un’offerta turistica nazionale più equilibrata e sostenibile.

Il rapporto

Sono Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia le regioni al vertice del turismo Dop, è necessaria una riflessione sulle regioni del Sud. È quanto emerge dal primo rapporto Turismo Dop presentato a Roma da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia e il supporto del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), incentrato sul legame tra Indicazioni Geografiche e turismo nei territori italiani. Alla presentazione sono intervenuti il ministro Masaf Francesco Lollobrigida e il ministro del Turismo Daniela Santanchè. Il rapporto, basato su indagini dirette e sull’esame di fonti istituzionali, segnala 585 attività totali al servizio del “nuovo modello turistico” promosse da 361 consorzi di tutela che coinvolgono 597 prodotti Dop-Igp. Nel 2024 sono stati registrati 235 eventi. Si aggiungono 188 infrastrutture permanenti e 130 elementi di valorizzazione, riconoscimenti ufficiali delle zone di origine dei prodotti Dop-Igp, 32 azioni specifiche di informazione. È stata registrata anche la presenza di 103 strade e itinerari, 17 siti Unesco, 29 paesaggi rurali storici e 82 parchi e aree protette.

Le dichiarazioni

La leadership di Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia – spiegano gli analisti – dipende dal fatto che nei territori interessati sono presenti filiere produttive solide, un’attrattività turistica consolidata e consorzi di tutela strutturati e riconosciuti capaci di svolgere un ruolo attivo di governance territoriale. Tutto questo insieme alla “capacità di aggregare attori locali, promuovere progettualità condivise e attivare sinergie concrete fa la differenza nello sviluppo di un’offerta turistica autentica integrata e sostenibile“. “Il quadro che emerge – commenta Mauro Rosati, direttore fondazione Qualivita – è certamente positivo e segnala un attivismo crescente in tutti i territori, con esperienze che testimoniano la vitalità del legame tra Indicazioni Geografiche e turismo. Tuttavia, è necessaria una riflessione sulle regioni del Sud dove, pur in presenza di numerose produzioni di qualità e forte appeal turistico, un numero troppo basso di consorzi pienamente operativi non consente ancora di intercettare appieno le opportunità del Turismo Dop, come avviene in altre aree del Paese”.

Fonte: Ansa

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