La “ricetta” della longevità dei sardi potrebbe essere composta da tre ingredienti: più moto, meno stress e funzionamento del cuore. Lo dice la ricerca Sardinia Aging Biomarkers Analysis (Saba), condotta dalla startup Nuraxi insieme all’Università di Sassari.
Il “segreto” della longevità
I sardi camminano di più rispetto alla media mondiale, sono meno stressati e il loro cuore funziona meglio. Sono questi alcuni fattori che potrebbero spiegare il segreto della longevità sull’isola. Lo dicono i primi risultati di uno studio condotto dalla startup Nuraxi, insieme all’Università di Sassari. I dati della ricerca Saba (Sardinia Aging Biomarkers Analysis) basata su un campione di 1500 persone (395 hanno indossato speciali dispositivi), sono stati presentati oggi a Sa Manifattura di Cagliari durante l’evento “Longevità e telemedicina: il futuro nasce in Sardegna”.
I risultati
I partecipanti allo studio hanno percorso in media 10.264 passi al giorno, un valore molto più alto rispetto a quello osservato nei principali studi internazionali di riferimento, sia europei sia statunitensi (28% in più rispetto allo studio UK Biobank e 47% in più rispetto alla ricerca Usa “All of Us”). I dati raccolti suggeriscono che una vita più relazionale e meno stressante possa rappresentare, insieme al movimento quotidiano, uno dei pilastri della longevità. Emergono anche differenze di genere. Gli uomini risultano mediamente più attivi (+1.236 passi al giorno), mentre le donne dormono di più (7 ore e 4 minuti contro 6 ore e 47 minuti) ma riportano livelli più elevati di stress e una frequenza cardiaca a riposo mediamente più alta (65,9 battiti al minuto contro 60,0).
Prevenzione
Più che indicare chi sia più longevo, i dati delineano profili di rischio diversi, confermando la necessità di approcci personalizzati alla prevenzione. Ed è proprio su questo concetto che si sviluppa Nora, l’assistente di salute basato su intelligenza artificiale sviluppato da Nuraxi. Lo Studio Saba andrà avanti. “I dati preliminari emersi ci entusiasmano perché offrono una prospettiva unica e multiforme – afferma Ugo Faraguna, Professore di Neurofisiologia dell’Università di Pisa e referente scientifico dello studio – . Se questi risultati iniziali verranno confermati nell’analisi conclusiva, che includerà tutti i soggetti ancora in fase di reclutamento, disporremo di una verifica strumentale senza precedenti di alcune ipotesi chiave. Queste informazioni saranno i ‘giusti ingredienti’ per formulare la ‘ricetta’ per la longevità di qualità”.
Fonte Ansa

