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Giornata del rifugiato, un appello rivolto a noi

Foto di Khaled Akacha: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-camminando-anziano-foulard-10350378/

La Giornata Mondiale del Rifugiato è un momento istituito dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sulla condizione di milioni di uomini, donne e bambini costretti ad abbandonare la propria terra a causa di guerre, persecuzioni, violenze o cambiamenti climatici.

È una giornata che, da giovane impegnata nell’associazionismo cattolico, sento profondamente nel cuore, perché interroga la nostra coscienza cristiana e ci chiama all’azione concreta, come singoli e come comunità. Nel Vangelo, Gesù ci ricorda che “ogni gesto fatto al più piccolo dei fratelli è fatto a Lui”. Questa verità evangelica illumina il significato più autentico della Giornata del Rifugiato: essa non è solo un’occasione per commuoversi davanti a dati e testimonianze, ma un invito a riconoscere nei rifugiati dei fratelli e sorelle in difficoltà, da ascoltare e sostenere. Non possiamo restare indifferenti. Il volto del rifugiato è il volto di Cristo che bussa alle porte della nostra società e delle nostre coscienze.

Alla luce di questo, come giovani cattolici, siamo chiamati a coniugare la fede con l’impegno sociale, ad animare la nostra testimonianza con la carità operosa. Le nostre associazioni, i nostri oratori, le nostre parrocchie possono diventare luoghi di inclusione e rispetto reciproco, dove si costruisce un tessuto di relazioni basato sulla solidarietà. Educare alla pace, promuovere una cultura dell’accoglienza, denunciare l’ingiustizia e favorire politiche inclusive non sono azioni straordinarie, ma parte integrante della missione cristiana nel mondo.

Questa Giornata non riguarda solo “gli altri”: è un appello rivolto a ciascuno di noi. In un tempo in cui i muri sembrano prevalere sui ponti, abbiamo il dovere di coltivare la speranza e di testimoniare, con la vita, che un mondo più umano è possibile. Non si tratta di buonismo, ma di giustizia e di Vangelo vissuto. In definitiva, la giornata di oggi, ci ricorda che ogni persona ha diritto a vivere in dignità e sicurezza. E noi, senza se e senza ma, siamo chiamati a camminare accanto ai rifugiati, non da spettatori, ma da fratelli.

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