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Raccolta del riso al via: l’Italia è leader in Europa

La campagna 2025/2026 si è aperta con un aumento delle superfici coltivate del 4%. Quest'anno si celebrano gli 80 anni del Carnaroli, eccellenza del Made in Italy

Riso (@ hartono subagio da Pixabay)

Ha preso il via nelle campagne italiane la raccolta del riso per la campagna 2025/2026, che si apre con un aumento delle superfici coltivate del 4% e condizioni climatiche più favorevoli rispetto allo scorso anno. Con circa 235mila ettari coltivati, l’Italia si conferma leader europeo per estensione e produttività, in un anno simbolico che celebra gli 80 anni del Carnaroli, eccellenza del Made in Italy e fiore all’occhiello della tradizione gastronomica nazionale.

La raccolta

Al via nelle campagne italiane la raccolta del riso, che quest’anno si svolgerà su una superficie in aumento del 4% e dopo un andamento climatico decisamente migliore rispetto allo scorso anno, anche se sulle rese resta il punto interrogativo. A dare le prime stime sulla nuova campagna è la Coldiretti, con le superficie della Risaia Italiana che ammonta quest’anno a circa 235mila ettari coltivati, confermando al Belpaese il primato in Europa non solo per l’estensione ma anche per la capacità produttiva. La campagna 2025/2026 cade peraltro in un anno particolarmente significativo per la storia del riso che celebra gli 80 anni del Carnaroli, varietà simbolo della tradizione gastronomica italiana.

Le dichiarazioni

“La raccolta inizia al termine di un’estate regolare dal punto di vista climatico – spiega Coldiretti -, con l’auspicio che la produzione possa seguire l’aumento di superficie, anche se per poter quantificare con esattezza le quantità occorrerà attendere l’evoluzione del meteo nelle prossime settimane e l’avvio delle fasi di essiccazione e pilatura”.

Il primato europeo

L’Italia detiene il primato europeo nella produzione di riso – conclude Coldiretti -, con circa 1,4 miliardi di chili di risone all’anno, secondo Coldiretti. La coltivazione si concentra soprattutto al Nord: il Pavese con 83.000 ettari e le province di Vercelli e Novara con 100.000 ettari complessivi coprono da sole il 90% della risicoltura nazionale. A questa filiera partecipano circa 3500 aziende agricole e oltre diecimila famiglie, tra imprenditori e lavoratori, distribuite lungo tutta la Penisola. A distinguere il riso italiano non è solo la quantità, ma anche la ricchezza varietale: più di 200 tipologie iscritte al Registro nazionale, come Carnaroli, Arborio, Roma o Vialone Nano, diventate simboli del Made in Italy agroalimentare. A pesare sulle attese dei risicoltori italiani per la nuova campagna sono però le incognite, sottolinea Coldiretti, legate ai costi di produzione e alle importazioni di prodotto straniero.

Fonte: Ansa

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