Santa Susanna di Eleuteropoli: ecco perché finse di essere un uomo

Santa Susanna di Eleuteropoli. Monaca e matire. Palestina, ? – Eleuteropoli di Macedonia (Grecia), IV sec. Leggendaria la sua passione, che ricalca quella di santa Marina. È figlia di un sacerdote pagano chiamato Artemio e di un’ebrea di nome Marta. Rimasta orfana, viene educata da un sacerdote cristiano di nome Silvano che, dopo averla convertita, le amministra il Battesimo. Dona tutti i suoi averi ai bisognosi e, fingendosi maschio (poiché non esistono ancora monasteri femminili) col nome di Giovanni, entra in monastero.

Dato che la vita in comune è molto ridotta (ogni monaco ha una sua cella o eremitaggio e ci si riunisce solo per cerimonie comuni), riesce a non farsi scoprire per molto tempo. E’ costretta a rivelare la sua vera identità quando viene falsamente accusata di violenza sessuale da parte di una donna. Deve lasciare il monastero.

Morte

Si reca ad Eleuteropoli, dove il vescovo della città la ordina diaconessa. Durante le persecuzioni contro i cristiani indette da Giuliano l’Apostata, per il suo impegno nel de fondere il Vangelo Susanna viene arrestata e portata davanti al governatore Alessandro che non riuscendo a convincerla ad abiurare la fede cristiana, la sottopone a varie torture e la rinchiudere in carcere, dove muore.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi