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Naufragio a largo della Tunisia, morti 40 migranti

Un'imbarcazione, con a bordo una settantina di persone, si è capovolta davanti la costa di costa di Salakta. La guardia costiera tunisina ha recuperato i sopravvissuti

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Foto © Sea Watch (Imagoeconomica)

Un altro dramma nelle acque del Mediterraneo. A una settimana di distanza da un naufragio con una decina di vittime, un’imbarcazione si è capovolta al largo delle coste tunisine, e almeno quaranta della settantina persone a bordo. Gli altri sarebbero stati tratti in salvo dalla guardia costiera locale, riferisce la radio Mosaique citando il portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi. La Procura della Repubblica tunisina ha aperto un’indagine su quanto accaduto. Dal 2014 si sono registrati oltre 32mila tra morti e dispersi in questo tratto di mare, secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim).

Il naufragio

Nuova tragedia del mare al largo delle coste della Tunisia. Almeno quaranta migranti subsahariani, tra cui diversi neonati, hanno perso la vita annegando dopo che la loro imbarcazione di fortuna si è capovolta al largo della costa di Salakta, nel governatorato di Mahdia. Si tratta dell’ennesimo dramma avvenuto nella rotta del Mediterraneo centrale, a quasi una settimana da un’altra tragedia con oltre una decina di vittime, in questo tratto di mare considerato particolarmente pericoloso. Dal 2014 ad oggi proprio in queste acque si contano almeno 32.803 morti o dispersi stando ai dati forniti dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

I sopravvissuti

A bordo della piccola imbarcazione sovraffollata erano stipate una settantina di persone. A riferirlo è stata la radio locale Mosaique citando il portavoce del tribunale di Mahdia, Walid Chatrbi, secondo il quale una trentina di migranti sono stati tratti in salvo dalle unità della guardia costiera locale. La Procura della Repubblica tunisina ha aperto un’indagine su quanto accaduto.

Le partenze

Tragedie di questi tipo sono spesso causate in particolare dalle difficili condizioni del mare, ma soprattutto dalla pessima qualità delle stesse imbarcazioni fornite dai trafficanti di uomini, perlopiù natanti o battelli instabili, costruiti quasi interamente con lastre di metallo saldate in tutta fretta prima di essere messe in acqua, tanto da diventare delle vere e bare galleggianti. La Tunisia, le cui coste si trovano in alcuni punti a meno di 150 chilometri da Lampedusa, è insieme alla vicina Libia uno dei principali punti di partenza dal Nordafrica per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa negli ultimi anni. E proprio a Lampedusa nelle ultime ore sono stati registrati almeno sette sbarchi: tre dei quali partiti da Sfax e Sidi Mansour in Tunisia, e gli altri da Zuara, Zwara, Homs e Tripoli in Libia. Complessivamente sono 326 i migranti arrivati con i sette approdi nell’isola – si tratta di egiziani, somali, bengalesi e pachistani – inclusi i 17 sbarcati dalla nave Dattilo che con sette cadaveri a bordo, morti nel naufragio tra il 16 e il 17 ottobre scorsi, e poi recuperati.

Gli accordi

Nel 2023, la Tunisia ha firmato un accordo da 255 milioni di euro con l’Unione Europea, quasi la metà dei quali è stata destinata alla lotta all’immigrazione illegale, portando ad un forte calo delle partenze verso l’Italia. Dall’inizio del 2025, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), 55.976 persone, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente, sono sbarcate sulle coste italiane, la stragrande maggioranza (49.792) dalla Libia e la restante (3.947) dalla Tunisia, ricorda l’Afp.

Campi informali

Le autorità tunisine hanno iniziato a smantellare i campi informali per migranti vicino a Sfax all’inizio di aprile, che ospitavano un totale di circa 20.000 persone. Alla fine di marzo, il presidente tunisino Kais Saied ha invitato l’Oim a intensificare gli sforzi per garantire il “rimpatrio volontario” dei migranti irregolari nei loro Paesi

Fonte Ansa

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