Il Golgota, noto anche come Calvario, è un luogo di grande importanza religiosa per i cristiani di tutto il mondo, fu qui che Gesù Cristo venne crocifisso. I romani, usavano la crocifissione verso chi commetteva crimini gravi, come la ribellione all’autorità romana, o verso individui considerati una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico, era considerata soprattutto una punizione esemplare. Il nome “Golgota” deriva dall’aramaico “Gulgultà”, che significa “luogo del cranio”, in ebraico “gulgoleth”, il nome “Calvario” deriva dal latino “Calvariae locus” o “Calvarium” e ha lo stesso significato.
La posizione esatta del Golgota è stata oggetto di dibattito per secoli, tuttavia, la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che si trovasse appena fuori le mura di Gerusalemme, a nord-ovest della città. La collina, fu subito venerata dai primi cristiani, poco tempo dopo che la stessa città venne assediata dai romani, e i seguaci di Gesù si ritirarono al di là del fiume Giordano, nella terra di Agrippa II (50-53). Dopo la distruzione di Gerusalemme che l’imperatore romano Tito rase al suolo nel 70 d.C., i seguaci di Gesù, tornarono ad abitare il monte Sion dove era accampata la X legione, chiamata “Fretensis”. L’imperatore Adriano (117-138) che voleva cancellare ogni memoria giudaica e cristiana, colmò di terra il Calvario e il sepolcro del Redentore, elevando una grande piattaforma su cui fece costruire un tempio che dedicò alla divinità orientale Venus Coelestis.
Un paio di secoli dopo, il 14 settembre dell’anno 325 o 326, S. Elena, pellegrina in Terra Santa, rinvenne presso il Golgota, in una grande e profonda grotta, le tre croci e gli strumenti della passione. Suo figlio Costantino emanò allora una costituzione imperiale, decretando che intorno alla grotta stessa e nel luogo della crocefissione, fosse eretto un santuario, che riuscì splendido per le preziose opere d’arte con cui venne arricchito. E così nacque la basilica del Santo Sepolcro, che racchiude oltre al sepolcro di Gesù, la collina del Golgota, è all’interno delle mura della Città Vecchia di Gerusalemme. Al Concilio di Nicea del 325, il vescovo di Gerusalemme Macario (312-335) invitò l’imperatore Costantino a distruggere tutti i templi pagani, e successivamente venne eretta la basilica del Santo Sepolcro.
La basilica presenta una varietà di stili architettonici, testimonianza delle diverse epoche di costruzione e restauro. Diverse vicissitudini hanno riguardato nel corso dei secoli, questo santuario, e tutta la sua storia è contrassegnata da distruzioni e ricostruzioni che in parte hanno modificato l’aspetto originale.
All’ingresso della chiesa, si trova la famosa “pietra dell’Unzione”, dove secondo i Vangeli, Gesù fu unto prima di essere sepolto, salendo le scale si giunge in una stanza rialzata, essa rappresenta il Golgota, la roccia è protetta da un cristallo, e infine c’è l’edicola che corrisponde alla tomba di Gesù.
Nel lontanissimo passato, ricordiamo che Romizante, comandante delle truppe del re di Persia Cosroe II (590-628) invase nel 614 la Palestina e mise a ferro e fuoco tutte le chiese cristiane comprese naturalmente i luoghi del Sepolcro e del Calvario, durante questa invasione, Gerusalemme fu conquistata e saccheggiata, e la Vera Croce, una reliquia cristiana di grande importanza, fu portata in Persia.
Siroe, figlio di Cosroe II, restituì ad Eraclio (610-641) imperatore d’Oriente, la Croce, che era ancora chiusa in una teca d’argento. Fu così che l’abate Modesto del monastero di San Teodoro, si dedicò con impegno alla ricostruzione delle chiese e dei luoghi sacri di Gerusalemme, compreso il Santo Sepolcro, e successivamente fu nominato patriarca di Gerusalemme durante il periodo in cui il patriarca Zaccaria era prigioniero dei persiani.
Nell’anno 629, il 14 settembre, Eraclio si recò a Gerusalemme e con la croce di Gesù sulle spalle, salì il Calvario, ponendo la stessa, nel rinnovato tempio del Golgota.
Il Golgota e il Santo Sepolcro, sono luoghi di pellegrinaggio popolare per i cristiani, di profonda tristezza e di grande speranza. È qui che Gesù sacrificò la sua vita per i peccati dell’umanità, risorgendo dai morti, tre giorni dopo la sua crocifissione.

