Nella riunione di Firenze i banchieri europei lasciano per la terza volta consecutivi i tassi invariati e passano alla nuova fase dell’euro digitale. La presidente della Banca centrale europea (Bce) Christine Lagarde parla dei rischi per la crescita dovuti alle tensioni sullo scenario internazionale.
Le decisioni
Il taglio dei tassi Bce non arriva, come del resto era previsto: per il terzo meeting consecutivo la Banca centrale europea li lascia invariati al 2%. In compenso arriva la “nuova fase” dell’euro digitale, quella che svilupperà l’architettura in vista della sperimentazione nel 2027 e del lancio vero e proprio nel 2029. E’ a Firenze che i banchieri centrali si ritrovano per far partire dal 1 novembre la terza fase del “contante digitale” europeo, dopo la fase esplorativa e quella preparatoria che sta per concludersi.
Moneta pubblica digitale
Un luogo che in qualche modo premia la Banca d’Italia protagonista nello sviluppo dei pagamenti digitali e del progetto dell’euro digitale prima con Fabio Panetta nel board della Bce, poi con il passaggio del testimone a Piero Cipollone, attuale coordinatore. E proprio a Firenze la Bce rivendica la sua scelta: “stiamo lavorando per rendere la forma più tangibile dell’euro – il contante – adatta al futuro, ri-disegnando e modernizzando le banconote e preparando l’emissione del contante digitale”. E l’Europa guarda al ruolo fondamentale “di una moneta pubblica“, afferma Lagarde, anche se non ha alcuna intenzione di ostacolare le iniziative private e l’innovazione che verte sulle stablecoin. Una rivendicazione che lancia la sfida agli Usa, che il dollaro digitale l’hanno praticamente vietato e con Trump puntano tutto sul crypto come futuro dei pagamenti digitali. E una rassicurazione alle banche: Panetta richiama i dati Bce secondo cui l’impatto sui bilanci bancari sarà trascurabile, ci sarà invece un impulso alla concorrenza e l’opportunità di avere un’infrastruttura dei pagamenti unica in Europa, digitale, con dietro la Bce.
Politica monetaria
Il tema ha assorbito una fetta ampia dei lavori della Bce. Perché sull’altro fronte, della politica monetaria, dopo otto tagli dei tassi che hanno dimezzato il costo del denaro dal 4% di giugno 2024 al 2% attuale, la Bce a Firenze per la terza riunione consecutiva lascia i tassi fermi. In “assoluta unanimità” del Consiglio direttivo fiorentino, spiega Lagarde. Nessuno esclude del tutto che possa tagliarli ancora un po’ in futuro, ma probabilmente vuole tenersi cartucce se dovesse arrivare qualche brutta notizia: “Le prospettive sono ancora incerte, soprattutto a causa delle attuali controversie commerciali e tensioni geopolitiche a livello mondiale”, recita il comunicato di politica monetaria della Bce.
Stime di crescita
A Firenze, invece, Lagarde fa intuire che i rischi sullo scenario di crescita si orientano un po’ più verso l’alto rispetto alle stime fatte dalla Bce a settembre. Una crescita nell’area euro dello 0,2% nel terzo trimestre, quella certificata oggi da Eurostat con l’Italia e la Germania a crescita zero e la Francia a +0,5%, “è un po’ più delle attese, non mi lamenterei troppo della crescita in questo momento” visto il clima di guerre commerciali e i teatri di guerra. Peraltro “il cessate il fuoco in Medio Oriente, i progressi nel negoziato degli Usa con la Cina, sono fattori che mitigano alcuni dei rischi al ribasso per la crescita”, spiega Lagarde. Anche Fabio Panetta, di fronte a un Pil italiano rimasto a crescita zero nel trimestre estivo dopo il -0,2% del secondo trimestre, nonostante la spinta alla crescita arrivata dagli aiuti europei del Pnrr, si dice non sorpreso. Il dato di Istat “era largamente atteso” e “non cambia le nostre stime” che indicavano +0,6% per il 2025 e 2026. Anzi, il governatore ha sottolineato come l’economia italiana abbia mostrato la sua resilienza di fronte a diversi shock come i dazi, la fiammata dei prezzi petroliferi, la guerra commerciale. E come l’Italia negli ultimi anni sia passata da un deficit, al netto del pagamento degli interessi, a un surplus, e stia riportando il debito/Pil sui livelli pre-pandemia. Con un’osservazione che guarda al rating, dove il governatore ha già detto che dalle agenzie potrebbero arrivare nuove promozioni dopo Fitch e Dbrs: “Una cosa poco sottolineata è che negli anni recenti è cambiata la posizione netta sull’estero: era negativa ed è diventata positiva con un persistente surplus corrente, ora l’Italia è un Paese creditore netto, e questo, caso molto raro, senza una ristrutturazione forzata”.
Fonte Ansa

