Juncker: “Rigidi con l'Italia o è la fine dell'euro”

Tria predica calma ma, di rimando, dalla Commissione dell'Unione europea restano cauti sull'esito della Manovra italiana. Dopo la visita all'Eurogruppo del ministro Tria, il presidente Jean-Claude Juncker invita ad andarci cauti in vista della legge di Bilancio dell'Ue, spiegando da una conferenza a Friburgo che “l'Italia si sta allontanando dagli obiettivi di bilancio concordati a livello europeo”. Il leader della Commissione ricorda che, solo poco tempo fa, l'Unione ha “risolto la crisi della Grecia” e non vuole ritrovarsi “nella stessa situazione, una crisi è abbastanza. Se l'Italia vuole un trattamento speciale, sarebbe la fine dell'euro. Per questo dobbiamo essere molto rigidi”. Il ministro dell'Economia, all'arrivo in Lussemburgo, aveva chiesto all'Europa “di stare tranquilla” e che “non ci sarà nessuna fine dell'euro. Ho parlato con i commissari Moscovici e Dombrovskis, non con Juncker. Sarà una sua opinione”.

Tria all'Ue: “I Paesi in regola sono pochissimi”

Sulla questione del disavanzo nel rapporto defitic-Pil, Tria ha spiegato che il 2,4% “è un numero che non corrisponde esattamente ad alcune regole europee ma fa parte della normale dinamica europea, è sempre accaduto a molti Paesi nel corso degli ultimi decenni, se andate a vedere il numero di Paesi che sono in regola con tutte le regole europee sono pochissimi. Non significa che non bisogna cercare di rispettarle ma ci sono delle situazioni economiche in cui bisogna fare delle valutazioni”. A ogni modo, le dichiarazioni di Juncker hanno fatto eco a quelle dei colleghi Moscovici e Dombrovskis, con il Commissario europeo per la stabilità finanziaria ad affermare di vedere nelle cifre del Def “una deviazione molto, molto significativa”, mentre il Commissario europeo per gli affari economici aveva spiegato che, “a prima vista, i piani di bilancio non sembrano compatibili con le regole del Patto di Stabilità”.

Salvini: “Italia Paese sovrano”

Lo scetticismo dell'Ue sulla Manovra varata dall'esecutivo italiano è stato criticato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini che, in riferimento alle parole di Juncker, ha detto che “in Italia nessuno si beve le minacce del presidente della Commissione, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. Vogliamo lavorare – ha detto ancora – per rispondere ai bisogni dei nostri cittadini. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute sono priorità del governo e andremo fino in fondo. Alla faccia di chi rimpiange l'Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita. Non ci fermeranno”. Dichiarazioni che il vicepremier ha concluso invitando l'Ue ad astenersi da “minacce e insulti”, dichiarando “l'Italia un paese sovrano”.