A Castel Gandolfo, Papa Leone XIV, ha guidato la preghiera dell’Angelus insieme ai fedeli e ai pellegrini riuniti in Piazza della Libertà, dinanzi al Palazzo Apostolico delle Ville Pontificie. Nel suo messaggio, il Santo Padre ha riflettuto sul Vangelo del giorno, sottolineando che la vita eterna non si conquista, ma si accoglie come dono d’amore. Un appello forte a servire la vita, farsi prossimi e vivere la volontà di Dio con cuore aperto e compassionevole.
Le parole del Santo Padre
Il Vangelo di oggi inizia con una bellissima domanda posta a Gesù: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Queste parole esprimono un desiderio costante nella nostra vita: il desiderio di salvezza, cioè di un’esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morte. Ciò che il cuore dell’uomo spera viene descritto come un bene da “ereditare”: non si tratta di conquistarlo con la forza, né di implorarlo come servi, né di ottenerlo per contratto. La vita eterna, che Dio solo può dare, viene trasmessa in eredità all’uomo come dal padre al figlio. Ecco perché alla nostra domanda Gesù risponde che per ricevere il dono di Dio bisogna accogliere la sua volontà. Come è scritto nella Legge: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore» e «il tuo prossimo come te stesso». Così facendo, corrispondiamo all’amore del Padre: la volontà di Dio, infatti, è quella legge di vita che Dio per primo pratica verso di noi, amandoci con tutto sé stesso nel Figlio Gesù.
Servire la vita
Fratelli e sorelle, guardiamo a Lui! Gesù è la rivelazione del vero amore verso Dio e verso l’uomo: amore che si dona e non possiede, amore che perdona e non pretende, amore che soccorre e non abbandona mai. In Cristo, Dio si è fatto prossimo di ogni uomo e di ogni donna: perciò ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino. Sull’esempio di Gesù, Salvatore del mondo, anche noi siamo chiamati a portare consolazione e speranza, specialmente a chi è scoraggiato e deluso. Per vivere in eterno, dunque, non occorre ingannare la morte, ma servire la vita, cioè, prendersi cura dell’esistenza degli altri nel tempo che condividiamo. Questa è la legge suprema, che viene prima di ogni regola sociale e le dà senso. Chiediamo alla Vergine Maria, Madre di misericordia, di aiutarci ad accogliere nel nostro cuore la volontà di Dio, che è sempre volontà d’amore e di salvezza, per essere ogni giorno operatori di pace.
L’esortazione
Dopo aver recitato l’Angelus il Papa ha ricordato la beatificazione avvenuta ieri a Barcellona di Lycarion May “ucciso nel 1909 in odio alla fede in circostanze ostili egli visse con dedizione e coraggio la missione educativa e pastorale. La testimonianza eroica di questo martire sia di stimolo per tutti in particolare a quanti operano per l’educazione dei giovani”. “Non dimentichiamoci di pregare per la pace e per tutti coloro che a causa della violenza e della guerra si trovano in uno stato di sofferenza e di bisogno”, ha concluso Leone XIV che poi ha salutato gli abitanti di Castel Gandolfo: “sono contento di trovarmi qui in mezzo a voi e ringrazio tutti voi per la calorosa accoglienza”.

