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La minaccia globale della povertà cronica: sos invisibili

Oggi si celebrano contemporaneamente il Giubileo dei poveri e la Giornata mondiale della povertà proclamata dall'Onu

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POVERTA'. CREDIT: CARLO CARINO BY IA MID

La povertà come minaccia globale. Non c’è pace senza giustizia sociale, testimonia il Magistero pontificio. Oggi si celebrano contemporaneamente il Giubileo dei poveri e la Giornata mondiale della povertà proclamata dall’Onu. Il quadro complessivo dell’indigenza è impressionante e riguarda l’intero pianeta. Per esempio il tasso di povertà in Sudan è salito dal 21% al 71% a causa del conflitto in corso da due anni. Il ministro della Risorse Umane e del Welfare, Mutasim Ahmed Saleh avverte che “secondo i rapporti ufficiali” 23 milioni di cittadini sono al di sotto della soglia di povertà. Molti sudanesi  hanno perso i propri mezzi di sussistenza a causa del conflitto. Il governo del martoriato paese africano sta collaborando con la Banca centrale per attivare progetti di microcredito. E per aumentare i limiti di prestito per progetti su piccola scala a sostegno delle famiglie e del rilancio dell’economia. L’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) è il meccanismo internazionale sostenuto dall’Onu per la valutazione della sicurezza alimentare. Pochi giorni fa l’Ipc ha rilevato che 21,2 milioni di persone, pari al 45% della popolazione sudanese, vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta. Con condizioni di carestia già registrate nelle città di El Fasher (Darfur) e Kadugli (Sud Kordofan). A causa di scontri, sfollamenti di massa e restrizioni all’accesso umanitario.

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© UNHCR/Yonna

Povertà globale

Con l’arrivo dell’inverno, milioni di rifugiati e sfollati dalla Siria all’Ucraina affrontano il freddo con un’assistenza molto ridotta a causa delle donazioni umanitarie in calo “vertiginoso”, riferisce l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. “Con il crollo delle temperature nell’emisfero settentrionale, crollano anche i finanziamenti umanitari“, afferma Dominique Hyde, direttrice delle relazioni esterne dell’Unhcr. E’ stata intanto lanciata una campagna globale per raccogliere almeno 35 milioni di dollari. Quest’anno, con i governi che tagliano i loro aiuti a partner come l’Unhcr, “è più importante che mai che singoli individui e donatori privati“. Quindi “si facciano avanti per salvare vite umane mentre la colonnina di mercurio scende”, esorta l’agenzia Onu. I fondi raccolti dalla campagna saranno destinati a fornire aiuti per riparare case distrutte, isolarle, fornire calore e coperte a bambini e anziani, e denaro per acquistare medicine e cibo caldo. In Siria, i tagli ai finanziamenti rischiano di lasciare 750 mila persone senza supporto vitale durante la stagione. Tra cui coperte, materassi, set da cucina, lampade solari e abbigliamento invernale.

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©UNHCR/Hameed Maarouf

Allarme Unhcr

In Afghanistan, le temperature sotto lo zero stanno già mettendo a repentaglio molte famiglie: nove afghani su dieci vivono in povertà ed oltre 2,2 milioni di afghani sono tornati quest’anno da Pakistan e Iran in condizioni estremamente difficili: tornano a mani vuote e con poche prospettive. Questo sarà inoltre il quarto inverno di guerra per milioni di persone in Ucraina, compresi gli sfollati interni. Nel paese, i bisogni umanitari continuano a crescere, mentre le temperature rischiano di scendere fino a -20 °C e le famiglie, già sopraffatte da anni di violenza e distruzione, si trovano ad affrontare una stagione particolarmente dura. “Profughi e rifugiati non dovrebbero affrontare l’inverno da soli. I nostri team sono sul campo, determinati a proteggere i rifugiati dal freddo, ma stiamo esaurendo il tempo e le risorse. Abbiamo bisogno di maggiori finanziamenti per contribuire a rendere la vita di molte persone un po’ più sopportabile”, precisa Dominique Hyde. 

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Papa Leone XIV (@ Vatican News)

Impegno papale

“A Leone XIV ho portato l’abbraccio e il grazie dei meninos de rua, i nostri ragazzi di strada, il popolo delle cracolandie. Lo ho ringraziato perché si è ricordato dei poveri nella sua esortazione apostolica, Dilexi te. Gli ho poi presentato il nostro lavoro. Quarant’anni di storia di Casa do Menor, un cammino di riscatto e di strada, e quindici anni di presenza nelle cracolandie”, racconta a Vatican news padre Renato Chiera all’uscita dall’incontro con il Pontefice. “Mi definiscono un prete di strada – spiega -. Io lo sono, ma questa strada è diventata luogo di Vangelo. Al Papa ho mostrato anche la Família Vida, nata da ragazzi feriti, abbandonati che hanno trovato nell’amore un motivo per consacrarsi. Il Papa si è mostrato attento, interessato e molto contento”. Con Robert Francis Prevost si è parlato “dell’assenza di amore e della necessità di ascolto”, “la più grande tragedia non è la povertà materiale, bensì la mancanza di amore”. Ecco perché l’associazione ha elaborato “quella che chiamo “pedagogia dei non amati” e “pedagogia della presenza”. In nessuna pedagogia o psicologia si parla del dramma di non essere figli. Ma questa è la radice di tutto: chi non si sente amato perde fiducia in sé, non si ama e finisce per distruggersi e distruggere gli altri. Da qui nascono la violenza, la depressione, il narcotraffico”. 

 

 

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