In un mondo sempre più segnato da lacerazioni e conflitti, il ruolo dei giovani nella costruzione della pace assume una valenza straordinaria. La guerra in Ucraina, con il suo tragico bilancio umano e l’ombra lunga che proietta sulla stabilità dell’Europa, e l’escalation in Medio Oriente, che continua ad alimentare violenza, odio e sofferenza, ci pongono davanti a una domanda cruciale: quale contributo possiamo offrire, come giovani, per invertire questa spirale di distruzione?
Il mio impegno nell’associazionismo cattolico mi ha convinta che, la fede e l’azione concreta, possono diventare strumenti di riconciliazione e speranza. La nostra generazione ha ereditato un mondo attraversato da fratture antiche, ma possiede anche gli strumenti per promuovere un cambiamento profondo. Abbiamo accesso alla conoscenza, possiamo comunicare oltre i confini, costruire reti di solidarietà globale e, soprattutto, possiamo educarci alla pace. Una pace che non è solo assenza di guerra, ma giustizia, dialogo, rispetto reciproco e custodia del creato.
Nel contesto internazionale odierno, dove l’indifferenza rischia di diventare normalità e la propaganda alimenta l’odio, i giovani devono essere voce dissonante e profetica. Possiamo educarci e educare alla nonviolenza, promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, rifiutare ogni forma di esclusione.
Come insegna il Vangelo, siamo chiamati a essere “artigiani di pace”, anche quando ciò comporta scelte scomode, come opporsi all’individualismo, rinunciare alla logica del nemico, costruire ponti invece di muri. Nelle esperienze associative che viviamo, nei gruppi parrocchiali, nei movimenti, nelle scuole e nelle università, impariamo che la pace è un impegno quotidiano: si coltiva nell’ascolto, nella cooperazione, nel servizio.
Le nostre azioni locali hanno un impatto globale, perché ogni gesto di fraternità contrasta la logica della violenza. Invito quindi le istituzioni, le comunità religiose e civili, a riconoscere e valorizzare il protagonismo giovanile nella promozione della pace. Non siamo spettatori passivi della storia, ma costruttori di un futuro diverso. Con coraggio e fede, vogliamo camminare insieme verso un mondo in cui la pace non sia un sogno ingenuo, ma un progetto condiviso.

