Centrodestra, i leader firmano il programma

E'arrivato a Palazzo Grazioli il tris di firme del programma elettorale del Centrodestra unificato: Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno sottoscritto un testo “ampiamente condiviso”, come spiegato dall'ex premier durante un'intervista a 'Quinta colonna'. Nonostante l'accordo più o meno totale sui punti stilati in vista delle prossime elezioni, dalle parti della coalizione non è ancora chiaro chi, alla fine, sarà il candidato premier: con la complessa situazione dell'ex Cavaliere, in attesa di un verdetto (che egli auspica favorevole) dalla corte di Strasburgo, sembra da escludere, salvo sorprese, anche il nome di Matteo Salvini che, in caso di vittoria del Centrodestra, Berlusconi ha detto che vedrebbe bene come ministro dell'Interno (anche se andrà valutata la percentuale di voti che la Lega eventualmente otterrà). Potrebbe dunque trattarsi di un nome sconosciuto ai più ma che, secondo l'ex premier, “è un nome autorevolissimo che saprà dirimere i contrasti che sorgeranno”.

I nodi

Sul tavolo di Palazzo Grazioli, oltre al programma, anche la questione delle regionali del Lazio, anch'esse previste il prossimo 4 marzo e che, probabilmente, vedranno il Centrodestra appoggiare la candidatura unica dell'architetto Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dal 2014. Qualche incognita, in relazione al minivertice sul piano elettorale, è riservata anche sul dialogo con 'Noi Italia-Udc', svolto poco prima della seduta dei leader ma risolto con un nulla di fatto. La cosiddetta 'quarta gamba', infatti, formata dagli ex Dc e guidata da Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa, ha liquidato il breve meeting con un secco “non positivo”: il nodo restano i collegi uninominali che, per la loro formazione, sarebbero solo quattro. Berlusconi, però, mantiene toni ottimisti: dopo aver rassicurato Cesa e Fitto sulle loro istanze e sulla discussione di queste durante il vertice con i leader, sembrerebbe prossimo un nuovo incontro fra le parti.

Programma condiviso

Per quanto riguarda il programma, sono stati mantenuti i punti fondamentali e, tra questi, l'azzeramento della Legge Fornero, per un po' elemento di discordia fra Salvini e il resto dello schieramento. Difficoltà che, secondo quanto 'twittato' da Berlusconi, sembrano superate: “Con Salvini e Meloni abbiamo trovato un accordo su tutto il programma, è andato tutto liscio, ci sono state naturalmente delle discussioni su qualche punto ma sono mesi che ci lavoriamo”. Versione di fatto ribadita anche da Del Debbio, riletta in ottica preferenze: “Il 45% è il traguardo minimo che ci siamo dati, perché spero di superarlo e avere larga maggioranza, alla Camera e al Senato, per poter governare e realizzare questo programma che abbiamo preparato”.