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Agricoltura e cambiamenti climatici, il ruolo dei giovani

La Fao ha evidenziato l’importanza della loro inclusione per la trasformazione dei sistemi agroalimentari

Foto di Markus Spiske su Unsplash

Grazie a oltre 1,3 miliardi di giovani tra i 15 e i 24 anni nel mondo, il loro ruolo nei sistemi agroalimentari globali si fa sempre più centrale. A evidenziarlo è il nuovo rapporto della Fao “Lo stato dei giovani nei sistemi agroalimentari”, che sottolinea come i giovani possano diventare motori di trasformazione per affrontare sfide cruciali: dall’insicurezza alimentare ai cambiamenti climatici. La loro inclusione, specie nei Paesi a medio e basso reddito, è fondamentale per la crescita economica, la sicurezza alimentare e la resilienza dei sistemi agricoli, oggi sotto pressione per crisi ambientali e invecchiamento della forza lavoro.

Il dato

Sono 1,3 miliardi i giovani tra i 15 e i 24 anni nel mondo, veri agenti di cambiamento chiamati ad aumentare la produzione alimentare, sostituire una forza lavoro che invecchia e ad adattarsi agli eventi climatici estremi. È quanto emerge dal Rapporto pubblicato dalla Fao ‘Lo stato dei giovani nei sistemi agroalimentari’, che ne sottolinea il ruolo cruciale nella trasformazione dei sistemi agroalimentari per migliorare la sicurezza, la nutrizione e le opportunità economiche.

L’insicurezza alimentare

La loro inclusione, soprattutto nei paesi a reddito medio-basso dove vive l’85% di loro, secondo il rapporto, potrebbe generare un incremento economico di migliaia di miliardi di dollari. A livello globale, il 44% dei giovani dipende dai sistemi agroalimentari, contro il 38% degli aduti, di cui l’82% in sistemi in crisi e il 23% in quelli industriali. Il rapporto rileva che l’insicurezza alimentare tra i giovani tra il 2014-2016 e il 2021-2023 è aumentata dal 16,7% al 24,4%, colpendo in modo particolare l’Africa. “I giovani responsabilizzati possono agire da catalizzatori per una più ampia trasformazione dei sistemi agroalimentari”, scrive QU Dongyu, direttore generale della Fao nella prefazione.

Le rilevazioni

Il rapporto rileva che oltre il 20% dei giovani non è occupato, non studia né si forma (Neet), con una prevalenza doppia per le giovani donne. Eliminare questa condizione potrebbe aumentare il Pil globale dell’1,4%, pari a 1,5 trilioni di dollari, di cui circa il 45% derivante dai sistemi agroalimentari. Per dare potere ai giovani, occorrono interventi mirati come l’accesso a formazione e risorse, come anche rafforzare programmi di protezione sociale. Non ultimo il fatto che eventi climatici estremi e shock rappresentano una minaccia rilevante, con circa 395 milioni di giovani rurali che vivono in luoghi dove si prevede un calo della produttività agricola, in particolare nell’Africa subsahariana e nei sistemi agroalimentari tradizionali.

Fonte: Ansa

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