La richiesta che arriva dagli agricoltori di Ravenna, colpiti, lo scorso settembre, da una nuova ondata di maltempo, ĆØ di mettere in sicurezza gli argini dei fiumi. A questa si aggiunge poi, anche quella di indennizzare le imprese danneggiate per garantire loro la possibilitĆ di continuare a programmare le prossime attivitĆ agricole. Le piogge incessanti infatti, hanno causato numerose esondazioni e rotture di argini, mentre molte aziende rischiano di sparire per sempre.
Lāintervista
Coldiretti Ravenna esprime una profonda preoccupazione per questi eventi meteorologici che hanno provocato enormi disagi in territori giĆ duramente colpiti dall’alluvione del 2023. Interris.it ha fatto il punto della situazione con Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna.
Direttore, quali sono le zone piĆ¹ colpite dal maltempo?
āI danni piĆ¹ pesanti sono stati rilevati nelle aree in cui ci sono state le rotture arginali e le esondazioni. Mi riferisco a Cotignola, al Faentino, soprattutto tra il Borgo, la zona del Ponte Rosso, lungo tutto il corso del Marzeno e in particolare a Traversara di Bagnacacavallo, dove la situazione ĆØ disperata per via dellāampia rottura verificatasi nellāargine del Lamone. Inoltre, la situazione ĆØ anche molto critica a Brisighella, a Riolo Terme e a Casola Valsenio, dove le frane e gli smottamenti nellāalta collina hanno reso isolate molte aziende agricoleā.
Quali sono le coltivazioni che hanno subito maggiori danni?
āLāacqua ha inondato i terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi e susine. Lāacqua ĆØ arrivata alla frutta e, coprendola di fanghiglia, ha azzerato completamente il raccolto. Ingenti danni si contano anche ai vigneti, dove il ritardo nel poter riprendere le attivitĆ di vendemmia, ha provocato una perdita di prodotto. Inoltre, il ristagno idrico, se dovesse prolungarsi, metterebbe a rischio, come giĆ accaduto nel 2023, tutti i fruttetiā.
Gli agricoltori di queste zone avevano giĆ vissuto le inondazioni dello scorso anno. Ce la faranno a rialzarsi?
āNelle parole e negli occhi dei tanti imprenditori raggiunti, abbiamo letto lo sconforto e un senso di impotenza per quanto ĆØ accaduto. Nessuno di loro perĆ², vuole lasciare la propria terra e il proprio lavoro. Si tratta di persone resilienti, abituati alla fatica, ma che per rialzarsi hanno bisogno di aiuti. Per questo, noi Coldiretti, assieme a loro, chiediamo interventi per la sistemazione dei letti dei fiumi che, se fatti in precedenza, avrebbero ridotto lāimpatto sulle aziende agricole confinanti. Ora, noi stiamo proseguendo con una verifica puntuale della situazione e dei danni al fine di poter avere un quadro ancora piĆ¹ preciso e completo delle perdite di impianti, di strutture e di mezzi, oltre che delle opere da realizzareā.
La perdita del raccolto che risvolti avrĆ sul consumatore finale?
āIl mercato non ammette uno spazio vuoto e per cui la nostra produzione verrĆ occupata da altri. Da qui perĆ² nasce anche un altro problema legato alla qualitĆ delle coltivazioni provenienti da un Paese diverso dal nostro. Per esempio lāortofrutta italiana ha delle regole produttive molto rigide, che hanno fatto sƬ che nella nostra produzione di frutta non ci siano residui di tipo chimico. Non possiamo perĆ² dire lo stesso delle coltivazioni estere, in quanto quest’ultime seguono delle regole che nel nostro Paese sono vietate da almeno ventāanniā.