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Sanità, mons. Massara: “Rimodulare le politiche sociosanitarie in base alle necessità del territorio”

L'intervista di Interris.it a monsignor Francesco Massara che, il 29 novembre, aprirà a Fabriano "Therapeia": un ciclo di incontri in tema di diritto alla salute

Venerdì 29 novembre la città di Fabriano ospiterà “Therapeia”: un ciclo di incontri in tema di diritto alla salute. Ad aprire i lavori, interverrà Mons. Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e Vescovo di Fabriano -Matelica, che ha rilasciato un’intervista a Interris.it in cui, nonostante le indiscusse criticità dell’accesso alle cure, delinea, in un’ottica propulsiva di miglioramento del servizio sanitario nazionale (SSN), le soluzioni che possono essere messe in campo per garantire appieno la tutela del diritto alla salute, intimamente connesso al valore della dignità umana.

L’intervista a mons. Francesco Massara

Eccellenza, come ritiene che la povertà possa incidere anche sulla salute e sulla vita, che, come noto, sono le due endiadi indissolubili del diritto fondamentale di cui al combinato disposto degli articoli 32, 2 e 3 della Costituzione, spettante ad ogni individuo – quale interesse di tutta la collettività – che deve essere assicurato, almeno nei suoi livelli essenziali, in modo uguale e uniforme su tutto il territorio nazionale?

“Da un’analisi del report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana si evince l’incessante aumento della povertà e la forte incidenza di situazioni di rischio e vulnerabilità che incidono anche, in modo notevole, sul diritto alle cure sanitarie. Il dato preoccupante è che molti individui, non riuscendo ad accedere alle prestazioni sanitarie con celerità, si vedono costretti a rinunciare a curarsi perché non possono permettersi le visite private. Le liste di attesa, purtroppo, molte volte, richiedono due anni per una visita specialistica anche se urgente. La conseguenza è lo scoraggiamento del malato fino al punto di rinunciare alle cure”.

A livello diocesano per fronteggiare tale criticità e per prestare ausilio alla popolazione indigente, quali azioni sono state messe in atto?

“A metà settembre, a Fabriano abbiamo aperto – con la collaborazione della Croce Rossa e dei medici volontari – un ambulatorio sociale, un’iniziativa solidale pensata per offrire supporto medico alle fasce più deboli della nostra comunità che non possono permettersi, a causa delle disagiate condizioni economiche in cui versano, le prestazioni sanitarie. Il personale sanitario che ha messo a disposizione, in modo gratuito, la professionalità e il tempo ed effettua, gratuitamente, visite specialistiche ambulatoriali inerenti varie branche della medicina. L’accesso all’ambulatorio avviene attraverso un previo incontro, effettuato al centro di ascolto della Caritas, dove la persona bisognosa viene accolta ed ascoltata da un team di medici volontari. Accertato il possesso dei requisiti per l’accesso, il paziente effettua la visita specialistica, il cui referto torna al suo medico. D’altro canto, nella diocesi, suscita grave preoccupazione l’accesso alle cure della popolazione che versa in stato di povertà a causa dell’alto tasso di disoccupazione, aggravato dalle recenti note crisi aziendali del territorio”.

Mettendo da parte l’approccio critico con cui troppo spesso siamo abituati solo a contestare, sostituendolo con uno spirito costruttivo che guarda al futuro con fiducia e rinnovato ottimismo di uscire dalle difficoltà odierne, quali iniziative ritiene attuabili per una migliore erogazione dei servizi per la salute?

“Sicuramente una rimodulazione delle politiche sociosanitarie con una seria programmazione dei fabbisogni territoriali da parte di ciascuna azienda sanitaria locale accompagnata dalla uniformità dei profili organizzativi essenziali (in particolare, per quanto attiene al rapporto tra dimensione territoriale e dimensione ospedaliera dei sistemi sanitari regionali) con il superamento degli squilibri territoriali delle condizioni socio-sanitarie del Paese e della mobilità dal Sud al Nord per curarsi; l’incremento del personale sanitario (medico e infermieristico) e delle strutture sanitarie (in particolare i posti letto) rispetto alla domanda di tutela della salute che viene dalla popolazione. L’auspicio è un’assistenza territoriale adeguata a tutti gli individui”.

Quale ritiene che sia l’utilità dell’ingresso dell’intelligenza artificiale (IA) all’interno dei meccanismi e processi sanitari?

“L’evoluzione digitale della medicina tradizionale, la c.d. telemedicina, permette la comunicazione a distanza tra medico e paziente ed agevola l’erogazione di servizi sanitari, dalla diagnosi alla terapia fino ai controlli a distanza; elimina le barriere geografiche e porta, virtualmente, la prestazione sanitaria a casa propria, offrendo un consulto specialistico a tutti i pazienti ‘connessi’ che, per vari motivi, non hanno la possibilità di muoversi da casa, vivono in situazioni disagiate, famiglie con bambini piccoli, malati o anziani che affronterebbero con difficoltà uno spostamento. Tuttavia, l’IA non sostituisce la medicina tradizionale ma la affianca e la integra, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria e aiutare i cittadini ad accedere ed ottenere le migliori cure possibili. Sicuramente l’IA, affiancando e non sostituendo la medicina tradizionale, ha un potenziale enorme per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e implementare i servizi. Tuttavia, non occorre mai dimenticare che al centro deve rimanere la dignità della persona con le sue paure, debolezze, sofferenze che attendono sempre risposte di speranza”.

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