L’ex terrorista Luigi Bergamin torna in carcere

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Bergamin era stato condannato in via definitiva nel ’91 per concorso morale negli omicidi commessi da Cesare Battisti del maresciallo Antonio Santoro e dell’agente Andrea Campagna

La Procura di Milano ha emesso un nuovo ordine di esecuzione pena con carcerazione per Luigi Bergamin, ex militante dei Proletari armati per il comunismo e uno dei 10 ex terroristi per i quali la Cassazione francese ha confermato il no all’estradizione chiesta dall’Italia. Il provvedimento, firmato dal pm Adriana Blasco dell’Ufficio esecuzione guidato dall’aggiunto Eugenio Fusco, porta la pena residua definitiva da 16 anni, 11 mesi e 1 giorno a 18 anni, 11 mesi e 1 giorno superando un errore nel calcolo della prescrizione da parte dei giudici in passato. Sul caso, comunque, pesa il rifiuto dei magistrati francesi alla consegna.
Bergamin, 74 anni, che faceva parte dei Pac, era stato condannato in via definitiva nel ’91 per concorso morale negli omicidi commessi da Cesare Battisti del maresciallo Antonio Santoro e dell’agente Andrea Campagna, avvenuti nel ’78 e ’79.
Per il secondo omicidio, nel 2008, era stata dichiarata la prescrizione dei due anni di pena in continuazione con l’altra uccisione.
Sulla base dell’accertamento di un errore sulla prescrizione dichiarata, i pm milanesi hanno portato la pena residua definitiva a 18 anni, 11 mesi e 1 giorno ed emesso il nuovo ordine di esecuzione, inoltrato ai carabinieri e notificato alla difesa. Sulla base del fatto che Bergamin è latitante in Francia, in teoria sarebbe possibile da parte del Ministero della Giustizia inoltrare una nuova richiesta di estradizione alle autorità francesi, ma comunque pesa il no definitivo già espresso dalla Cassazione di Parigi il 28 marzo. L’ordine di carcerazione, ad ogni modo, sarà valido e potrà essere eseguito qualora Bergamin dovesse rientrare in Italia.
La Procura, dal punto vista giuridico, ha precisato nell’atto che i due anni in continuazione per l’omicidio Campagna hanno come termine di prescrizione 30 anni (quello previsto dall’omicidio punito con pena di 21 anni), mentre i giudici all’epoca applicarono un termine ‘semplice’ di soli due anni, raddoppiato in quattro, considerando sola la pena messa in continuazione.

Fonte: ANSA