“Carring Capacity”: tutto quello che dobbiamo sapere

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L’invecchiamento attivo è riconosciuto dalle istituzioni nazionali e globali come un diritto sociale, che rientra pienamente nella realizzazione di una società sostenibile e per tutte le età. In particolare, quando si parla di sviluppo sostenibile, si indica una tipologia di sviluppo che va incontro alle necessità del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare anche quelle delle future generazioni ma, anche e soprattutto di coloro che, in questo momento, stanno vivendo la Terza o la Quarta età che, molto spesso, corrispondono a momenti di fragilità.

Il concetto di sviluppo sostenibile, quindi, non può e non deve essere limitato al solo utilizzo delle risorse del pianeta o di uno specifico territorio, ma va correlato al concetto di società sostenibile, prendendo in considerazione non soltanto gli aspetti economici, ma anche quelli sociali, culturali, etici e politici di quella che, Papa Francesco, ha definito “Casa Comune”. Negli ultimi anni, diverse sono state le ricerche e gli studi riguardo alla tesi che l’umanità sta usando le risorse del pianeta oltre le sue capacità di carico. Tali studi, attraverso la definizione di concetti quali lo “Spazio Ambientale” e l’”Impronta Ecologica”, hanno cercato di stabilire qual è il livello di consumo di beni che può essere considerato sostenibile per un ecosistema e, in particolar modo, per le persone che lo vivono.

La capacità di carico, detta con un termine di origine inglese “Carring Capacity”, è un concetto sviluppato per valutare qual è la massima popolazione che può sopportare un determinato ambiente o ecosistema senza che venga compromesso. A tal proposito, la “Carring Capacity” dell’ecosistema globale, che si esprime come numero di individui per unità di superficie, stabilisce i limiti allo sviluppo. Nel senso che, se vogliamo vivere in un mondo sostenibile dobbiamo essere sicuri che il nostro utilizzo di prodotti e processi della natura non sia più rapido del tempo che è loro necessario per rinnovarsi, e che il carico inquinante non deve essere superiore alla capacità di assorbimento e di adattamento del sistema, ma soprattutto delle persone che lo vivono nella loro quotidianità, che devono essere valorizzate e supportate.

Tutto ciò, ci insegna che, il rispetto dell’ambiente e la sua preservazione, sono strettamente correlati al rispetto di quella che, il Santo Padre, ha definito “famiglia umana” e, in particolare, delle persone che, per età anagrafica o condizione sociale, si trovano a vivere maggiori difficoltà. La sostenibilità, quindi, deve essere intesa come un elemento da conseguire a tutto campo, coniugando armoniosamente rispetto delle persone in ogni fascia d’età nonché dell’ambiente. Questo è il nostro dovere di cristiani a cui non ci possiamo e non dobbiamo sottrarre, per dare un significato compiuto al concetto di fraternità, un elemento imprescindibile per ogni forma di sviluppo.