C’è una “comunità non educante” all’origine dell’emergenza baby gang

Dalle scene di guerriglia a Torino negli scontri tra bande di giovanissimi all'agente di polizia locale aggredito e disarmato in una via della movida a Milano. E poi gli episodi di violenza a Napoli e Bologna con protagonisti teenagers che esprimono tutta la crisi educativa odierna

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Sos baby gang nelle periferie metropolitane. Dalle scene di guerriglia a Torino negli scontri tra bande di giovanissimi all’agente di polizia locale aggredito e disarmato in una via della movida a Milano. E poi gli episodi di violenza a Napoli e Bologna con protagonisti teenagers che esprimono tutta la crisi educativa odierna. Un allarme che attraversa l’Italia e le diverse competenze istituzionali. Il sottosegretario agli Interni, Nicola Molteni ha annunciato in commissione Affari costituzionali l’introduzione delle bodycam per le forze dell’ordine. L’obiettivo è aumentare la sicurezza di agenti e cittadini.baby gang

Baby gang senza sorveglianza

“Grave che esistano gli impianti di videosorveglianza a Napoli e che non siano utilizzati”, afferma il deputato napoletano Gianluca Cantalamessa. Il capogruppo in Commissione Antimafia parla dopo il vertice sulla sicurezza a Napoli con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese. “La proposta di legge in tema di baby gang, di cui sono primo firmatario, ad oggi non è stata ancora calendarizzata- aggiunge Cantalamessa-. Vuole dare una risposta di carattere sistematico ed educativo alla realtà criminale. Cioè l’abbassamento dell’età imputabile che proponiamo sia fissata a 12 anni. E il divieto di applicazione delle premialità previste nei confronti dei minori. Quando si rendono protagonisti delle cosiddette ‘logiche di branco‘. Nel Regno Unito la responsabilità penale è fissata a 10 anni. E ciò esclusivamente a tutela dei più piccoli. Rom e mafie, infatti, non avranno più interesse di servirsi dei giovanissimi perché non perseguibili dalla legge. Il nostro intento è preservare il loro futuro. Sottrarli alla rete delle criminalità organizzate. E punire chi commette reati approfittando della forza del branco”.baby gang

Sos seconda generazione

Laura Ravetto è la responsabile del dipartimento Pari opportunità. “Le violenze di Capodanno in piazza Duomo sono un inquietante campanello d’allarme- evidenzia l’onorevole Ravetto-. Lo dimostra anche il fenomeno delle baby gang. Costituite da giovani immigrati di seconda generazione. Un problema che non può essere derubricato alla presenza solo in alcuni territori. E’ una emergenza nazionale. Qualcuno tende a minimizzare. Ma sono fatti gravi e premeditati. Con una chiara matrice culturale che va affrontata”. I casi si moltiplicano in tutta Italia. E’ stata identificata dai Carabinieri la baby gang che nel quartiere Savena di Bologna ha aggredito cittadini. Ha danneggiato vetture. E ha imbrattato muri. Diversi anziani e bambini sono stati spinti per terra e spaventati dal gruppo nelle ultime settimane. Alcuni hanno raccontato e documentato tutto con filmati e foto. Gli autori sono stati identificati in quattro ragazzi di età inferiore ai 14 anni.

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Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese

Scena underground

Ed eccola una delle “matrici culturali” che testimoniano la crisi educativa. Con la loro musica, la “trap” ( derivazione del rap degli ultimi anni) raccolgono centinaia di migliaia di visualizzazioni sui loro video. E fanno incetta di follower sui social tra i giovanissimi. Con testi immersi nel disagio della periferia. Dei ragazzi di seconda generazione. Tra crimine, droga e regole della strada. Allo stesso tempo, però, i nuovi rapper milanesi stanno finendo sempre più al centro di indagini. E provvedimenti della magistratura. Tra risse, disordini, aggressioni. E finiscono per essere protagonisti non solo dell’ultima scena underground. Ma sempre più della cronaca nera. I due nomi più conosciuti di questo panorama degli ultimi anni sono Baby Gang, nome d’arte del ventenne Zaccaria Mouhib, e Neima Ezza, ossia Amine Ez Zaaraoui anche lui 20 anni. Entrambi saliti alla ribalta in negativo per scontri con le forze dell’ordine. Durante la realizzazione di un video in zona San Siro, il loro quartiere, sono stati arrestati per una serie di rapine. baby gang

Rapine

In un’indagine dei carabinieri di Pioltello e degli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della questura di Milano. Coordinata dal pubblico ministero Leonardo Lesti. Zaccaria Mouhib  è finito in carcere. Ed Amine Ez Zaaraoui ai domiciliari, così come un terzo giovane. Quattro gli episodi contestati, a vario titolo. Tre casi avvenuti in una zona centrale della movida milanese. Tra le Colonne di San Lorenzo e piazza Vetra nel maggio 2021. E l’ultimo a Vignate, nel Milanese. Nelle 14 pagine dell’ ordinanza firmata dal gip Manuela Scudieri si descrive una delle quattro rapine. I due rapper avrebbero portato via a un ragazzo una collanina d’oro da mille euro. Neima Ezza, secondo l’accusa, gli avrebbe dato uno “schiaffo“. E gli avrebbe strappato la collana dal collo. Dicendo alla vittima “non ti muovere, altrimenti finisce male“. baby gang

Catena di comando

In un altro “colpo” Baby Gang, che è difeso dal legale Niccolò Vecchioni, sarebbe riuscito a prendere ad un altro malcapitato, anche lui un ragazzo, auricolari, contanti e chiavi dell’auto. Mentre una persona non ancora identificata, che era con lui, avrebbe anche puntato “una pistola“. Ez Zaaraoui, sintetizza il giudice, ha “la personalità di chi assume un ruolo di comando nel gruppo criminale“. Mentre Mouhib ha un “profilo di pericolosità sociale” anche perché avrebbe usato “un’arma” e “minacce gravi“. Entrambi, assieme ad un 19enne, avrebbero realizzato “rapine in gruppo facendosi forti della forza intimidatrice”. Sono “soggetti” abituati a compiere “reati contro il patrimonio”. E hanno una “particolare spregiudicatezza sintomo di una concreta pericolosità sociale“. Neima Ezza, scrive ancora il gip, è “formalmente incensurato”. Ma ha avuto “un ruolo da protagonista” in “due rapine”. Mentre Baby Gang ha una serie di “precedenti penali“.baby gang

Istigazione a delinquere

Per Baby Gang la questura di Sondrio di recente ha chiesto l’applicazione di una misura di “sorveglianza speciale” per due anni. Presentando ai giudici milanesi oltre 300 pagine di atti. Per dimostrare che, tra il 2020 e il 2021, è stato denunciato per “diffamazione e violazione della proprietà intellettuale. Istigazione a delinquere. Porto abusivo di armi. Vilipendio della Repubblica, delle istituzioni e delle forze armate. Resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale”. E ha ricevuto fogli di via dalle città di Lecco, Milano, Cattolica. Misano Adriatico, Riccione. Rimini e Bellaria Igea Marina.

Ipotesi da vagliare

“Dal 2012 fino ad ora, da quando avevo 11 anni, ogni estate l’ho passata o in galera o in comunità“, diceva il 20enne tempo fa in un’intervista video. E questo ambiente rap, intanto, è venuto a galla già dagli atti di un’altra inchiesta che di recente ha portato all’arresto di una persona per una sparatoria sempre in zona San Siro. In un’intercettazione Islam Abdel Karim, noto come 24K, tirava in ballo Rondo da Sosa, altro rapper in voga, come mandante . E per questioni, ha scritto il gip, “legate all’ottenimento di contratti musicali”. Un’ipotesi tutta da vagliare nelle indagini in corso.