Il Papa: “La vita frenetica non sazia il cuore: la pienezza si realizza in Gesù”

Nel Regina Caeli della Divina Misericordia, il Santo Padre invita a interrogarsi sulla speranza di una vita piena: "Ogni incontro con Gesù è vivo"

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Credendo in Gesù, Figlio di Dio, possiamo avere la vita eterna nel suo nome. Un passaggio della lettura evangelica che, nel giorno dedicato alla Divina Misericordia, assume un significato profondo. Sul quale, durante il Regina Caeli della seconda domenica di Pasqua, Papa Francesco ha invitato a riflettere, in primo luogo per coglierne l’essenza chiarificatrice. Cosa significa, infatti, “avere la vita”? Il dono dell’esistenza viene concesso agli uomini che, maturata la propria coscienza, decidono come farne uso. E questo si riflette in vari modi: “C’è chi riduce l’esistenza a una corsa frenetica per godere e possedere tante cose: mangiare e bere, divertirsi, accumulare soldi e roba, provare emozioni forti e nuove, e così via. È una strada che a prima vista sembra piacevole, ma che non sazia il cuore”.

Avere la vita

Avere la vita è dunque altro. Seguendo le strade “del piacere e del potere non si trova la felicità. Restano infatti senza risposta tanti aspetti dell’esistenza come, ad esempio, l’amore, le esperienze inevitabili del dolore, del limite e della morte”. Non solo. A rimanere inappagato è infatti “il sogno che ci accomuna tutti: la speranza di vivere per sempre, di essere amati senza fine”. Ed è proprio questo l’aspetto che il Vangelo rivela: la pienezza di vita “si realizza in Gesù”. Egli mostra le piaghe del corpo, martoriato dalla Passione, ai discepoli riuniti nel Cenacolo, scoraggiati e spaventati. E proprio le sue ferite, segni di dolore e sofferenza, “diventano i canali della misericordia e del perdono. Così i discepoli vedono e toccano con mano che con Gesù la vita vince, sempre, la morte e il peccato sono sconfitti”.

La speranza della vita piena

Sarà poi il dono dello Spirito Santo a dar loro “una vita nuova, da figli amati, impastata di gioia, amore e speranza”. Per questo è necessario interrogarsi, ogni giorno, sulle nostre speranze. Non sulle ambizioni mondane ma sull’aspirazione di una vita in pienezza: “Basta fissare lo sguardo su Gesù crocifisso e risorto, incontrarlo nei Sacramenti e nella preghiera, riconoscerlo presente, credere in Lui, lasciarsi toccare dalla sua grazia e guidare dal suo esempio, sperimentare la gioia di amare come Lui. Ogni incontro con Gesù, un incontro vivo con Lui, ci permette di avere più vita”.