Draghi al vertice europeo: “Restino politiche di bilancio espansive”

Al termine del Social summit in Portogallo parla anche delle riaperture: "Graduali, calcoliamo il rischio". Il presidente olandese Rutte: "Sure strutturale? Per noi misura una tantum"

Il premier Mario Draghi

Ampio ventaglio di temi, nazionali e internazionali, quello affrontato dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi dopo il “Social summit” tra leader europei che si è tenuto a Porto, in Portogallo, tra venerdì 7 e sabato 8 maggio. Il suo esordio “in presenza” nella veste di premier, a cui è stata assente Angela Merkel che ha partecipato in collegamento. Il nostro capo dell’esecutivo ha infatti ribadito che sulle riaperture bisognerà “calcolare bene il rischio” e “è essere importante graduali“. Sulla liberalizzazione dei vaccini ha detto che intanto si potrebbe procedere con l’abbattimento del blocco delle esportazioni “che oggi gli Stati Uniti il Regno Unito continuano a mantenere”. Il premier italiano non ha trascurato il tema delle politiche sociali, chiedendo che le politiche di bilancio espansive “restino fino a che la ripresa non sarà consolidata” e ed evidenziando come il programma Sure (il sussidio di disoccupazione europeo) possa rappresentare “piccolo passo verso la creazione di un mercato comune del lavoro“.

“Riaprire con la testa”

“I dati” sull’andamento della pandemia ha detto Draghi “sono abbastanza incoraggianti. Se l’andamento dovesse continuare in questa direzione, la cabina di regia procederà ad altre riaperture. E’ importante essere graduali, anche per capire quali riaperture avranno più effetto sui contagi e quali meno”.

In merito alle misure che consentono gli arrivi dall’estero, il presidente del Consiglio ha detto: “Bisogna rinforzare i controlli negli aeroporti, perché sono luoghi dove possono avvenire i contagi”. Poi riassume in maniera efficace la sua linea: “Questo non vuol dire chiudere: vuol dire riaprire ma farlo con la testa”.

Sui “green pass”, i certificati sanitari digitali dell’Unione europea, il capo del governo italiano sprona le istituzioni comunitarie: “Abbiamo chiesto con molta enfasi a Commissione e Parlamento Ue che procedano con la massima rapidità al certificato verde, per avere un modello europeo su cui confrontarsi per la misure turistiche. Altrimenti ci sarà molta confusione“.

Una situazione complessa

Il tema della sospensione dei brevetti sui diritti dei vaccini vede l’Europa ancora in una fase interlocutoria. “La proposta di Biden ha aperto una porta e mi pare che il Consiglio europeo sia abbastanza unanime: vediamo cosa significa e poi lo considereremo e valuteremo”, ha detto Draghi. Per il presidente del Consiglio italiano però “la questione è molto più complessa” perché la sola liberalizzazione “sia pur temporaneamente non garantisce la produzione dei vaccini, che deve essere sicura”.

Ciò che il premier Draghi ritiene si debba fare subito è “accelerare la produzione con il trasferimento tecnologico e l’individuazione di nuovi siti” per aiutare gli abitanti dei Paesi che stanno morendo, dato che “vari programmi come Covax sono insufficienti”. Inoltre, aggiunge, prima di discutere delle liberalizzazione “bisognerebbe fare cose più semplici tipo la rimozione del blocco alle esportazioni che oggi Stati Uniti Regno Unito mantengono ancora. Il 50% della produzione dell’Unione è andata al Canada o a Paesi che bloccano le esportazioni”. Sulle polemiche riguardo le case farmaceutiche che si oppongono alla revoca, Draghi sottolinea come alcune “hanno avuto sovvenzioni governative imponenti. Semplicemente si potrebbe dire che ci si aspetta qualcosa in cambio“.

Intanto sembra essersi sbloccata definitivamente l’intesa tra l’Unione europea e la casa farmaceutica Pfizer per altri 1,8 miliardi di dosi di vaccino. Secondo quando aveva scritto ieri il quotidiano tedesco Die Welt, citando fonti diplomatiche di Bruxelles, in precedenza la Francia avrebbe mostrato una certa reticenza verso l’accordo. La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen annuncia su Twitter: “La Commissione europea ha appena approvato un contratto per 900 milioni di dosi garantite più 900 milioni di opzioni con Pfizer-BioNTech per il 2021-2023”.

Politiche per la ripresa

La macchina della solidarietà europea che si è messa in cammino con la pandemia non si deve fermare, è l’invito di Draghi agli altri leader dell’Unione. Il premier italiano chiede che “le politiche di bilancio espansive” restino “finché la ripresa non sia consolidata” e venga reso strutturale il programma Sure: “E’ un inizio di sussidio alla disoccupazione a livello europeo e un primo piccolo passo verso la creazione di un mercato comune del lavoro che permetterà una maggiore mobilità”. Della proposta, che ha trovato un primo appoggio “anche da Paesi da cui non me lo sarei aspettato” ha specificato Draghi, si discuterà al prossimo Consiglio europeo a giugno.

In un mondo dove le diseguaglianze di ogni tipo sono “esplose con la pandemia”, Draghi sottolinea l’importanza della dichiarazione finale del Summit di Porto. Ci sono voluti anni, spiega, per “portare tutto il Consiglio europeo a condividere una prima forma di coordinamento dei mercati del lavoro e dei diritti sociali”. La dichiarazione fissa “un complesso di standard minimi con obiettivi, date fissate e un monitoraggio attento da parte della Commissione”.

Le considerazioni del premier italiano hanno ricevuto il sostegno del suo omologo spagnolo Pedro Sanchez: “Sono d’accordo, è molto importante incorporare la prospettiva inclusiva della parità di genere, delle opportunità intergenerazionali e della dimensione territoriale”. Tutt’altra reazione il premier olandese Mark Rutte: “Non ne abbiamo discusso al vertice. Forse non ero attento”. Per l’Olanda il programma Sure adottato dall’Ue durante la pandemia è una misura “una tantum“.