Erdogan torna al medioevo: assaggiatori a palazzo per evitare l’avvelenamento

“Plus est hominem extinguere veneno, quam occidere gladio”, è “più grave uccidere un uomo con il veleno che con la spada”. Così recita un’antica legge romana risalente all’imperatore Antonio Pio che denunciava così l’uso – considerato poco nobile – del veleno usato per risolvere intrighi di palazzo. Nel corso della stori molti personaggi sono ricorsi all’uso del veleno, come dimenticare Lucrezia Borgia che offriva piatti a base di funghi velenosi ai suoi sudditi o Giambattista Della Porta che creò una ricetta mortale, o la famiglia Borgia che divenne famosa per la sua “cantarella”.

Ma anche ai giorni nostri morire avvelenati è la preoccupazioni di alcuni politici, come ad esempio il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha assunto alle sue dipendenze degli “assaggiatori”. Sulla sua tavola non arriva nessun cibo che prima non sia stato messo “sotto stretto controllo da parte dello staff medico”. Si tratta di una vera e propria “unità di crisi”, composta da cinque persone sempre in servizio nel lussuosissimo palazzo presidenziale che è al centro di numerose polemiche perché è costato oltre 615 milioni di dollari.

Eh già, con la sicurezza non si scherza, infatti molto presto all’interno dell’edificio verrà attrezzato un vero e proprio laboratorio di analisi degli alimenti, inoltre i controlli non si limitano solo ai cibi che arrivano a palazzo, ma se ci sono dei dubbi si cerca di risalire all’origine del prodotto. “Abbiamo un team di emergenza che è operativo nel palazzo per 14 ore al giorno. Abbaimo definito un programma per l’alimentazione e la salute del presidente Erdogan. – ha spiegato Cevdet Erdol, medico personale del presidente turco – Tutto ciò che mangia e beve viene analizzato per escludere radiazioni, presenza di sostanze chimiche, metalli pesanti e batteri”. Per fortuna fino ad ora non ci sono stati incidenti.