Ipotesi Dpcm, Natale “blindato”: comuni chiusi ma ristoranti aperti

Conte incontra i capi delegazione per un decreto legge realizzato ad-hoc per il Natale che potrebbe affiancare il prossimo Dpcm del 4 dicembre

Luiss

Divieto di uscire dal proprio Comune a Natale e Capodanno, ma con la possibilità di andare a pranzo al ristorante. No ai ricongiungimenti con i parenti o ai viaggi verso le seconde case fuori Regione. Niente sci, niente crociere. Sono le misure che il governo dovrebbe proporre tra poche ore al Parlamento, in vista del varo del nuovo dpcm anti-Covid, che sarà in vigore dal 4 dicembre.

Ipotesi Dpcm di Natale dal 21 dicembre

La lunga riunione notturna del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione, conferma che nelle prossime settimane nulla cambierà nelle Regioni gialle, arancioni o rosse. Ma dal 21 dicembre (la data ancora non è “blindata”), dovrebbe entrare in vigore la “zona gialla rafforzata” per evitare che le festività natalizie facciano salire la curva del contagio, precipitando il Paese nella terza ondata.

Confronto tra ministri

Le misure – spiega Serenella Mattera per Ansa – sono per ora al centro di una discussione a tratti tesa tra i ministri: a confronto la linea rigorista del ministro della Salute Roberto Speranza e dei ministri Pd Dario Franceschini e Francesco Boccia, con la linea della prudenza espressa dal 5s Alfonso Bonafede, e quella più ‘aperturista’ della ministra di Iv Teresa Bellanova.

Ristoranti

Il premier Giuseppe Conte, che nel pomeriggio aveva aperto alle richiesta dei capigruppo di valutare un allentamento di alcune misure, alla fine sposa la linea più prudente. Unica eccezione, i ristoranti: potranno restare aperti a pranzo, nelle zone gialle, il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio.

L’ipotesi è che le misure più restrittive per le festività valgano dal 21 dicembre al 6 gennaio, ma non sono escluse variazioni dopo il confronto con il Parlamento e le Regioni.

Spostamenti

Sugli spostamenti, dopo lungo dibattito, nel governo vince intanto la linea della prudenza. Nel periodo natalizio ci si potrà spostare tra le Regioni solo per raggiungere la propria residenza e forse anche il proprio domicilio, oltre che per provati motivi di lavoro, salute o necessità.

Non ci si potrà invece spostare per incontrare i parenti o andare verso le seconde case fuori Regione: “Non possiamo rischiare di far ammalare i nostri nonni e non possiamo ignorare che abbiamo ancora centinaia di morti ogni giorno“, spiega un ministro rigorista.

In più, il governo decide di blindare il Natale e il Capodanno stabilendo che il 24 e 25 dicembre e il primo gennaio non si potrà uscire dal proprio Comune. Sulle persone da ospitare a cena o a pranzo a casa non arriveranno regole e divieti, ma raccomandazioni e l’invito a evitare di stare con persone non conviventi.

In tutto il periodo, compreso il Natale, resterà il coprifuoco dalle 22 e l’apertura dei negozi fino alle 21.

Sante messe

La messa di Natale – ma su questo valuta la Cei che proprio ieri ha ricordato il livello di sicurezza messo in campo dalla Chiesa durante le celebrazioni liturgichedovrebbe svolgersi alle 20. Altri nodi restano da sciogliere e lo saranno solo dopo il confronto con il Parlamento e con le Regioni: qualcosa potrebbe cambiare.

Il nodo sci

Sulla chiusura degli alberghi vicini alle piste da sci, ad esempio, si dibatte a lungo ma una decisione non viene presa. Così come resta l’incognita del possibile ritorno in classe degli studenti delle superiori da dicembre. Ma ci sono alcuni punti fermi: gli impianti sciistici restano chiusi fino a gennaio (Francia e Germania dovrebbero fare come l’Italia, avrebbe detto il premier nel pomeriggio) e per evitare il contagio di ritorno da altri Paesi che hanno gli impianti aperti, dovrebbe esserci obbligo di quarantena. Le crociere dovrebbero subire uno stop, per evitare che le feste, vietate a terra, si svolgano in mare.