Inferno di fuoco sulla West Coast, Trump vola in California

Il presidente si reca sulla costiera pacifica, devastata dai roghi. E glissa ancora sul cambiamento climatico: "Bisogna gestire meglio le foreste"

Incendi

Chissà se lungo il fronte di fuoco che unisce il tratto della West Coast fra la California e lo Stato di Washington non corra anche parte del binario verso la Casa Bianca. Quella degli incendi è un’emergenza in piena regola, con fiamme che hanno mandato in fumo più di 3 milioni di acri di terreno nella sola California e modificato i colori del cielo come l’eruzione del Krakatoa mutò i tramonti tra lo Stretto della Sonda e la periferia londinese di William Ashcroft. E il presidente Donald Trump, dopo qualche settimana di silenzio, ha finalmente acconsentito a recarsi nella parte americana della penisola californiana, per cercare di fare il punto sull’andamento del disastro. Un inferno che, secondo gli esperti, ha un responsabile ben preciso: il cambiamento climatico.

Aria irrespirabile

Sul riscaldamento globale il Tycoon è sempre stato più che scettico. Stavolta, però, gli scienziati non sembrano orientati ad altre risposte. Scartata l’ondata di calore stagionale, così come la ciclicità dei roghi in questa zona del Paese. A far danni è il mutamento delle temperature terrestri, eccezionalmente alte anche per una zona notoriamente soggetta a tali fenomeni. Nondimeno, non va sottovalutato che l’avere a che fare con così tanti roghi tutti assieme ha portato la qualità dell’aria delle principali città coinvolte (San Francisco, Seattle e Portland) a livelli preoccupanti. Ma il tema dell’effetto serra, dei combustibili fossili con tutti i correlati continua a non convincere l’inquilino della Casa Bianca. In California, Trump ha ribadito per l’ennesima volta che l’incremento delle temperature non c’entra e che la necessità, ora come ora, è una migliore gestione delle foreste, al fine di eliminare gli alberi secchi e privare, in tal modo, le aree boschive di potenziali fiammiferi.

Biden replica a Trump

Un punto di vista, quello di Donald Trump, che gli scienziati giudicano troppo semplicistico. Del resto, non più tardi di un giorno fa, gli esperti avevano indicato la situazione sulla West Coast decisamente preoccupante, arrivando a sostenere che la fase che si sta vivendo non è nemmeno quella peggiore. Una previsione che trova più ben disposto l’avversario del presidente, Joe Biden, che parla degli incendi (e di Trump) dal lato opposto degli Usa, in Delaware. “L’Occidente è letteralmente in fiamme e incolpa le persone le cui case e comunità stanno bruciando”. E chiosa sull’emergenza climatica sottolineando che “la negazione del clima di Donald Trump potrebbe non aver causato questi incendi e inondazioni record e uragani record. Ma se ottiene un secondo mandato questi eventi infernali continueranno a diventare più comuni, più devastanti e più mortali”.