Schiavi degli stupefacenti: un percorso diocesano per spezzare le catene

Vescovo di Civitavecchia: "Non rassegniamoci a dipendenze e droghe". A Ladispoli educatori e diocesi a confronto per "sos giovani"

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Stop alle catene della dipendenza. “Non possiamo rassegnarci, io non ci voglio stare”. Un giudizio netto quello del vescovo delle diocesi di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia, Gianrico Ruzza, pronunciato al convegno “Nel grido dei giovani. Dipendenze e disagio” organizzato dalle due diocesi nell’aula del consiglio comunale di Ladispoli, centro del litorale nord di Roma. Il pastore ha ribadito l’urgenza di “salvare i ragazzi dalle droghe ascoltando la tristezza celata nell’uso di stupefacenti“. È stato affidato a don Giovanni Carpentieri, della diocesi di Roma ed educatore professionale, il compito di offrire prospettive di risposta al fenomeno. Presenti educatori, insegnanti, associazioni, cittadini e istituzioni. Tra cui l’assessore alla Cultura di Ladispoli Margherita Frappa, ed il sindaco di Cerveteri, Elena Gubetti.catene

Catene da spezzare

Con l’associazione FuoriDellaPorta Odv, Carpentieri incontra i giovani nei loro contesti di vita, in strada e nelle discoteche. Usando quell’ “approccio relazionale” che sa agganciare ragazze e ragazzi di cui la comunità non ha alcuna conoscenza. “Non è solo volontariato, ma un lavoro quotidiano che chiede di togliere tempo all’ordinario. Per andare ad abitare le periferie esistenziali dove il Signore stava, ha sottolineato il sacerdote. Al momento, a Ladispoli, con la partecipazione di Carpentieri è stata già avviata un’esperienza di contatto con i giovani. “Va continuata e ampliata in altre zone delle diocesi”, ha concluso il vescovo che ha chiesto la disponibilità di nuovi volontari. Tra i quali sarebbe auspicabile avere professionisti per strutturare la presa in carico dei bisogni dei giovani. Aderendo e contattando le Caritas delle due diocesi che coordinano gli interventi.