Il Papa ai giovani: “Sappiate osare”

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ltre 300 giovani, provenienti da tutto il mondo, si sono radunati da questa mattina a Roma, presso il Pontificio Collegio Internazionale “Maria Mater Ecclesia”, per dare inizio ai lavori del presinodo dei vescovi, aperti dal Santo Padre Francesco. Una riunione che mette al centro dell'attenzione della Chiesa i giovani con il loro carico di aspettative, di desideri, di allegria, di voglia di vivere e di migliorare il mondo. Per una settimana la Chiesa li ascolterà e il frutto di questi lavori, le proposte concrete che ne scaturiranno, costituiranno la traccia della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani la fede e il discernimento vocazionale”.
Il Papa è stato accolto dagli applausi e dai selfie dei giovani. Dopo il saluto del cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, il Papa si è rivolto ai partecipanti della riunione.

Il Santo Padre ha ricordato che “per essere qui, alcuni di voi hanno dovuto fare un lungo viaggio. Venite da tante parti del mondo e portate con voi una grande varietà di popoli, culture e anche religioni: non siete tutti cattolici e cristiani, nemmeno tutti credenti, ma  siete certamente tutti animati dal desiderio di dare il meglio di voi. Il vostro apporto – ha sottolineato il Papa – è indispensabile. Abbiamo bisogno di voi per preparare il Sinodo. In tanti momenti della storia  della Chiesa, così come in numerosi episodi biblici, Dio ha voluto parlare per mezzo dei più giovani: penso, ad esempio, a Samuele, a Davide e a Daniele. Fatte le debite proporzioni, ho fiducia che in questi giorni parlerà anche attraverso di voi”.

“Troppo spesso – ha continuato il Papa – si parla di giovani senza interpellarvi. Anche le migliori analisi sul mondo giovanile, pur essendo utili, non sostituiscono la  necessità dell’incontro faccia a faccia. Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi 'a distanza di sicurezza', così da non farsi provocare da voi. Ma non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sul serio! Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte  idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti. Spesso siete emarginati dalla vita pubblica e vi trovate a mendicare occupazioni che non vi garantiscono un domani. Troppo spesso  siete lasciati soli. Nella Chiesa non dev’essere così. Il Vangelo ce lo chiede: il suo messaggio di prossimità invita a incontrarci e confrontarci, ad accoglierci e amarci sul serio, a camminare insieme e condividere senza paura. Questa riunione pre-sinodale vuol essere  segno di qualcosa di grande: la volontà della Chiesa di mettersi in ascolto di tutti i giovani, nessuno escluso”. Riferendosi alla situazione occupazionale, il S. Padre ha affermato che La mancanza di lavoro per i giovani “è un peccato sociale, la società è responsabile di questo”. Citando alcune statistiche sulla disoccupazione giovanile, compresa l'Italia, il Papa ha sottolineato che quando c'è mancanza di lavoro i giovani si ammalano di depressione, si suicidano. E ha aggiunto: “le statistiche sui suicidi giovanili sono tutte truccate“.

“Siatene certi – ha aggiunto il Pontefice – Dio ha fiducia in voi, vi ama e vi chiama. E da parte sua non verrà meno, perché è fedele e crede davvero in voi. Vi rivolge la domanda che un giorno fece ai primi discepoli: Che cosa cercate? Vi invita a condividere la ricerca della vita con Lui, a camminare insieme. E noi, come Chiesa, desideriamo fare lo stesso, perché non possiamo che condividere con entusiasmo la ricerca della vera gioia di ciascuno; e non possiamo tenere solo per noi Chi ci ha cambiato la vita: Gesù. I vostri coetanei e i vostri amici, anche senza saperlo, aspettano Lui e il suo annuncio di salvezza”.

Il Papa ha poi fatto riferimento alle risposte emerse dal questionario on line proposto ai giovani di tutto il mondo: “Il prossimo Sinodo sarà anche un appello rivolto alla Chiesa, perché riscopra un rinnovato dinamismo giovanile. Ho potuto leggere alcune e-mail  del questionario messo in rete dalla Segreteria del Sinodo e mi ha colpito l’appello lanciato da diversi giovani, che chiedono agli adulti di stare loro vicini e di aiutarli nelle scelte importanti. Una ragazza ha osservato che ai giovani mancano punti di riferimento e che nessuno li sprona ad attivare le risorse che hanno. Poi, accanto agli aspetti positivi del mondo giovanile, ha sottolineato i pericoli, tra cui l’alcool, la droga, una sessualità vissuta in  maniera consumistica. E ha concluso quasi con un grido: 'Aiutate il nostro mondo giovanile che va sempre più a rotoli'. Non so se il mondo giovanile vada sempre più a rotoli. Ma sento che il grido di questa ragazza è sincero e richiede attenzione. Anche nella Chiesa dobbiamo imparare nuove modalità di presenza e di vicinanza”. “I giovani chiedono vicinanza”, ha aggiunto ancora a braccio.

“A questo proposito, un giovane ha raccontato con entusiasmo la sua partecipazione ad alcuni incontri con queste parole: 'La cosa più importante è stata la presenza di  religiosi in mezzo a noi giovani come  amici che ci ascoltano, ci conoscono e ci consigliano'. Mi viene in mente lo splendido Messaggio ai giovani del Concilio Vaticano II. È anche oggi uno stimolo a lottare contro ogni egoismo e a costruire con coraggio un mondo migliore”. “E' in Gesù e nello Spirito – ha proseguito – che la Chiesa trova la forza di rinnovarsi sempre, compiendo una revisione di vita sul suo modo di essere, chiedendo perdono per le sue  fragilità e inadeguatezze, non risparmiando le energie per mettersi al  servizio di tutti”.

“Il cuore della  Chiesa è giovane proprio perché  il Vangelo è come una linfa vitale che la rigenera continuamente – ha sottolineato il Papa – Sta a noi essere docili e  cooperare a questa fecondità. Abbiamo bisogno di riappropriarci dell’entusiasmo della fede e del gusto della ricerca. Abbiamo bisogno di ritrovare nel Signore la forza di  risollevarci dai fallimenti, di andare avanti, di rafforzare la fiducia nel futuro. E abbiamo bisogno di osare sentieri nuovi, anche se ciò comporta dei rischi. Un giovane che non rischia non matura, un'istituzione che non rischia rimane bambina. Bisogna rischiare, perché l’amore sa rischiare; senza rischiare, un giovane invecchia, e invecchia pure la Chiesa. Lo dico con dolore, quante volte trovo comunità che hanno paura. Una cosa è la prudenza, che è una virtù, un'altra la paura. Perciò abbiamo bisogno di voi giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma non truccato: non ringiovanito artificialmente, ma ravvivato da dentro. E voi ci provocate a uscire dalla logica del 'si è sempre fatto così' per restare in modo creativo nel solco dell’autentica Tradizione. Quella logica è un veleno, un veleno dolce”.

Citando il profeta Gioele, il Papa ha aggiunto a braccio: “Abbiamo bisogno di giovani profeti ma non lo sarete mai se non prendete i sogni dei vecchi, di più se non li fate sognare. È la profezia di oggi”. “Per sintonizzarci sulla lunghezza d’onda delle  giovani generazioni è di  grande aiuto un dialogo  serrato. Vi invito allora – ha concluso – in  questa settimana, a esprimervi con franchezza e in tutta libertà. Siete i protagonisti ed è importante che parliate apertamente”.