Ponte Morandi, chiesto il rinvio a giudizio per 59 persone

Nell'ambito dell'udienza preliminare i pm hanno chiesto anche il dissequestro dei reperti per il parco della Memoria

Nell’ambito dell’udienza preliminare per il crollo del ponte Morandi di Genova, dove il 14 agosto 2018 persero la vita 43 persone, i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex amministratore delegato di Aspi e Atlantide Giovanni Castellucci e altri 58 imputati, oltre alle due società Aspi e Spea. I pm hanno anche chiesto il dissequestro dei reperti in modo da consentire al Comune di proseguire con i lavori per il parco della Memoria, il luogo progettato dall’architetto Stefano Boeri, per ricordare le vittime.

I filoni d’indagine

Dopo il crollo erano nati altri tre filoni d’indagine: quella sui falsi report sui viadotti, quella sulle barriere fonoassorbenti pericolose e quella sui falsi report sulle gallerie e la loro mancata messa in sicurezza. Indagini che, secondo l’accusa, hanno scoperchiato un sistema di gestione della rete autostradale improntata al risparmio a scapito delle manutenzioni con un rischio per gli utenti. I tre filoni, che vedono indagate circa 40 persone di cui molte coinvolte anche nel crollo, sono stati riunificati in un unico fascicolo. Tra fine marzo e inizio aprile il giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni deciderà se rinviare tutti a giudizio o se prosciogliere qualcuno dei 59.

Le accuse

Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d’atti d’ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.