Consiglio Ue, Meloni promuove l’Italia: “Paese virtuoso”

La premier interviene alla Camera in vista del Consiglio, elencando le sfide prioritarie e la necessità di una posizione europea solida

Giorgia Meloni Camera
Giorgia Meloni

L’Italia, Nazione virtuosa. Parola della premier, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Camera dei Deputati in vista del Consiglio europeo. Un momento chiave per l’Europa, specie in questa fase storica, contrassegnata dalla riforma del Patto di Stabilità e dalle crisi geopolitiche che richiedono, più che mai, una coesione continentale forte e uno status internazionale che vada oltre le criticità interne. La presidente del Consiglio ha riaffermato la necessità di una convergenza di sforzi e di risorse per le sfide comuni dell’immediato futuro, a cominciare da una risposta decisa alle crisi belliche in Ucraina e nella Striscia di Gaza. Il tutto, partendo da una posizione, se non perfettamente solida, quantomeno allineata, in primis sul piano d’investimento interno. E, in questo senso, la virtuosità del nostro Paese sarebbe testimoniata “dall’avanzo primario” e dal “sistema pensionistico tra i più equilibrati d’Europa”. Il tutto condito da “dati macroeconomico stabili, soddisfacenti, da un mercato del lavoro che sta registrando dati record”.

Meloni: “Consiglio Ue rilevante”

Dichiarazioni che, chiaramente, dovranno superare ben altri esami che quelli dei semplici dati. Tuttavia, il Consiglio Ue si pone come tappa indispensabile per l’approccio comunitario alle impellenze quotidiane. E, nondimeno, per dimostrare una volta per tutte se l’Europa potrà effettivamente porsi come ago della bilancia nella risoluzione delle dispute internazionali. Meloni se ne è detta convinta, specie se il processo di allargamento dovesse andare in porto, estendendo il novero dei membri a 30 e più Paesi. Del resto, ha spiegato la premier, “il Consiglio sarà rilevante” proprio in quanto atteso a “decisioni di forte valenza geopolitica per l’Europa”, a partire dalla “riunificazione dei popoli che si identificano nei suoi valori”. Su tutti Ucraina, Moldavia e Bosnia ed Erzegovina, le prime due “colpite dall’ingiustificabile attacco della Russia” e, come gli altri aspiranti membri dell’Unione, chiamate alla realizzazione di “percorsi di riforma” basilari.

Allargamento ai Balcani

Particolarmente favorevole la posizione della premier sui Paesi dei Balcani occidentali. Ad esempio, il “concedere alla Bosnia lo status di candidato” ha già di per sé “portato riforme”. Meloni auspica quindi “maggiori progressi in quadro negoziale”, dai quali aspettarsi “un effetto positivo sulle dinamiche interne”. Anche le “condizionalità” di ammissione coincideranno “con diverse importanti riforme interne. I Paesi Balcanici saranno protagonisti di un apposito vertice, che considero particolarmente significativo. Non possono essere annoverati tra le relazioni esterne perché sono nel cuore del nostro Continente”. E, per questo motivo, l’Italia è “impegnata a Bruxelles con un approccio strategico per una chiara prospettiva di integrazione nell’Ue”. Il piano di risorse è pari a 6 miliardi di euro, anch’esso subordinato ai percorsi di riforma interni da intraprendere per superare lo step della candidatura. È chiaro che un’estensione dei confini comunitari comporterebbe altrettante sfide. E quella che Meloni chiama “efficacia dei processi decisionali”, imprescindibile con oltre 30 Stati membri.

Dibattito sull’Agenda Ue

Per quel che riguarda l’Ucraina, l’Italia ribadirà in sede di Consiglio la sua posizione di sostegno pieno a Kiev. Del resto, “un’Ue così ampia dovrebbe concentrarsi sui grandi temi, lasciando agli Stati membri questioni più prossime ai cittadini, per i principi di sussidiarietà e sovranità” degli stessi. In questo senso, “l’Italia partecipa al dibattito sull’Agenda Ue, per capire dove l’Unione concentrerà i suoi sforzi nei prossimi anni”. Sulla questione ucraina, la premier invita a diffidare dalla propaganda russa che declina a fallimento la controffensiva ucraina, ribadendo che “la difesa dell’ordine internazionale basato sulle regole passa dalla difesa di Kiev”. Il tutto senza “perdere di vista l’obiettivo della pace” né le “condizioni per un negoziato serio per una pace duratura, rispettosa della libertà e della dignità dell’Ucraina”. Con tre macro-aree principali per una linea d’azione coerente. Da una parte “sostegno finanziario a Kiev”, dall’altra “più risorse per gestire le migrazioni e il potenziamento dell’industria europea”. Con l’accortezza che la “revisione di bilancio garantisca risorse adeguate, senza trattare alcun argomento separatamente”.

Evitare l’indebolimento dell’Anp

Invito a una posizione di rilevanza internazionale anche sulla questione mediorientale. La presidente del Consiglio ribadisce la condanna di Hamas e il rispetto del diritto di Israele a esistere, auspicando ulteriori sforzi in direzione di una nuova tregua, nonché “per mantenere l’afflusso di aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza”. Appello lanciato affinché si eviti un ulteriore indebolimento dell’Autorità Nazionale Palestinese, ritenuta “fondamentale per dialogo post-bellico” e in prospettiva di un “nuovo impulso politico verso la soluzione dei due Stati” che garantisca “un orizzonte solido per palestinesi” e “futuro per Israele. In questo, l’Europa può svolgere un ruolo da protagonista”.

La questione migranti

Resta prioritaria l’emergenza migratoria, così come il monitoraggio costante, richiesto dall’Italia, del “processo attuazione di un approccio multidimensionale costantemente monitorato da prassi richiesta dall’Italia”. Dal quale rafforzare politiche di gestione migliori di quelle fin qui utilizzate, con “più facile rimpatrio migranti irregolari”. È necessario, inoltre, “rafforzare la cooperazione con i Paesi d’origine per combattere i trafficanti e migliorare i canali di emigrazioni legali”, al fine di “gestire e non subire le migrazioni” ed evitando lo “sfruttamento sia da parte dei trafficanti che delle organizzazioni malavitose”. Promuovere lo sviluppo, ha concluso la premier, “è la condizione base per prevenire le migrazioni ed è la logica alla base del Piano Mattei. Sosteniamo la Commissione nei suoi sforzi per l’applicazione memorandum d’intesa con Tunisia ma anche per avviarne di nuovi”.