Scozia: la secessione non è poi così lontana

 [cml_media_alt id='3383']scozia[/cml_media_alt]Sono giorni decisivi per la Scozia che tra nove giorni sarà chiamata a decidere sul suo futuro.  I sondaggi vedono la crescita del consenso attorno fronte indipendentista, che fino a un mese fa era indietro di 22 punti. Da un’indagine della Tns emerge un netto testa a testa, con entrambi gli schieramenti appaiati al 41%. Per il Sunday Times, invece, gli autonomisti avrebbero il 51% delle preferenze, quindi, anche in questo caso, ci sarebbe una sostanziale parità. Secondo gli studiosi, lo spostamento di voti si sarebbe registrato tra giovani, working-class, donne ed elettori laburisti.

Mentre i leader delle corrispettive fazioni si preparano agli ultimi giorni di campagna elettorale a Westminster e Buckingham Palace provano a correre ai ripari. L’obbiettivo è quello di far risalire il fronte dei no. Il cancelliere George Osborne ha promesso che a giorni sarà presentato un piano per attribuire maggiore autonomia a Edimburgo su welfare, tasse e spesa pubblica. La regina Elisabetta, invece, che si sarebbe detta “inorridita” dall’idea di una eventuale secessione, dopo essersi incontrata con David Cameron al castello scozzese di Balmoral, ha annunciato la seconda gravidanza di Kate Middleton. Una notizia che potrebbe rivelarsi un vero e proprio asso nella manica per far recuperare alla Corona i consensi perduti Scozia. Sensazione condivisa dalla stampa britannica che si chiede se il nuovo Royal baby possa diventare un’ancora di salvezza.

L’ondata secessionista scozzese sembra virale: la Scozia, in questi giorni, pullula di catalani disposti ad aiutare la fazione che lotta per l’indipendenza, in modo da imparare “come si fa”, mentre in Italia si è già attivata la Lega Nord, che continua a rivendicare la causa dello statuto speciale per il Veneto: “In Gran Bretagna il Governo inglese ha permesso alla Scozia di indire il referendum – ha detto Maroni – da noi il Governo fa il contrario: il Veneto ha già approvato una legge per poter convocare un referendum, ma Roma ha detto di no e l’ha impugnata”.