Il carabiniere chiede perdono: “E’ stato solo un incidente, non sono Rambo”

[cml_media_alt id='3439']davide-bifolco[/cml_media_alt]“Avevo il colpo in canna perché inseguivamo un latitante e non ho mirato contro il ragazzo, sono inciampato”. Il carabiniere che ha colpito a morte il diciassettenne Davide Bifolco, in un’intervista a Repubblica ha chiesto perdono ai familiari e conoscenti del ragazzo, e attraverso il suo legale Salvatore Pane ha affermato di essere “addolorato”.  “Con pudore” ha pregato indulgenza.

“Sono consapevole che niente e nessuna parola potrà attutire il dolore – ha continuato – e questa sofferenza segnerà per sempre anche la mia vita”. “Non sono Rambo – ha continuato il militare 32enne – la perizia confermerà che in quel posto c’è un gradino e io so che questa tragedia è stata la conseguenza impensabile, umanamente inaccettabile, di un terribile incidente”. A Napoli continuano le manifestazioni di protesta da parte della cittadinanza. La famiglia del diciassettenne ha fatto sapere, tramite il suo avvocato Fabio Anselmo, di aver già raccolto alcune testimonianze che saranno consegnate alla Commissione dei diritti umani in Senato e domani è prevista l’autopsia sul corpo del ragazzo per accertare le cause della sua morte.  La data dei funerali è stata dunque rinviata a data da accertare.

Intanto, oggi pomeriggio, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha visitato casa Bifolco per portare le proprie condoglianze. L’ufficio stampa del Comune rende noto che “il primo cittadino si è impegnato, per quanto di sua competenza, a sostenere ogni richiesta di accertamento della verità, che spetta alla magistratura acclarare nella sua piena autonomia e indipendenza”, ribadendo il convincimento di quanto sia “importante evitare qualsiasi forma di scontro fra istituzioni, organi dello stato e cittadini”.