Iraq, tensioni fra curdi e governo di Baghdad per l’attacco a Mosul

Tensioni e disaccordo fra la Regione autonoma del Kurdistan e il governo iracheno hanno fatto rimandare più volte l’offensiva programmata per liberare la città di Mosul, che dalla scorsa estate si trova sotto l’assedio dei militanti dello Stato islamico. I problemi fra Baghdad ed Erbil, infatti, hanno fatto si che si rinviasse nuovamente l’operazione, prevista per la fine dell’anno.

Mosul, una delle città più importanti dell’Iraq, è ormai un punto di riferimento per il traffico di armi e militanti fra il Baghdad e la Siria: secondo quanto riferiscono fonti dei Peshmerga curdi, esponenti dello Stato islamico, inoltre, avrebbero trasferito le loro famiglie in zone controllate dai jihadisti a Damasco.

Secondo quanto riferisce al Jazeera, la Regione autonoma del Kurdistan ha posto precise condizioni al governo iracheno per la partecipazione delle milizie Peshmerga all’offensiva. Se infatti Baghdad parla di “un programma nazionale unitario per Mosul”, i curdi spingono per avere un ruolo nella gestione della città dopo la cacciata delle milizie jihadiste: si teme, infatti, che la gestione condivisa della sicurezza in città possa provocare scontri tra arabi e curdi.

Sulla base di informazioni d’intelligence certe, giunte dall’interno di Mosul – ha spiegato il portavoce delle forze regionali curde-irachene dei Peshmerga, Saeed Mumzini – responsabili dell’Isis nella provincia di Ninive stanno facendo partire verso la Siria le loro famiglie, in previsione di un attacco da parte delle truppe governative irachene e dei Peshmerga con la copertura aerea della colazione internazionale guidata dagli Stati Uniti”.