GRECIA: AGGIORNATO AL 12 MAGGIO IL PROCESSO CONTRO I DIRIGENTI DI ALBA DORATA

Il tanto atteso processo a 69 fra membri, deputati e simpatizzanti del partito filo-nazista greco Alba Dorata, riapertosi stamani ad Atene, è stato di nuovo aggiornato al prossimo 12 maggio. Intanto i giudici dal canto loro hanno respinto la richiesta di numerosi dimostranti di spostare la sede del procedimento. “Noi siamo giudici – ha dichiarato il presidente del tribunale – personalmente non disponiamo di altri locali e questo è un problema che riguarda i dirigenti politici”.

Come lo scorso 20 aprile, giorno di apertura del processo, tutte le scuole del di Koridallos, quartiere alla periferia di Atene dove sorge il penitenziario in cui è stata allestita l’aula per il processo, sono rimaste chiuse in segno di protesta.

Il partito di estrema destra di ispirazione neonazista è definito nei fascicoli dell’accusa “un’organizzazione criminale”. Un sodalizio “teso a compiere pestaggi brutali e omicidi dei suoi nemici ideologici e immigrati stranieri”, che tuttavia oggi rappresenta la terza forza politica del paese ed è rappresentata da ben 17 deputati al parlamento. Paradosso che si può spiegare solo con la particolarissima situazione del Paese che si è creata per effetto della crisi negli anni della Troika.

Intanto, sul banco degli imputati, tra gli altri, ci sono anche 18 deputati eletti alle elezioni politiche del 2012, di cui 13 tuttora in carica. Su tutti, però, spiccano i nomi di Nikolaos Michaloliakos, leader indiscusso del partito, di Elias Kassidiaris, ex portavoce, e quello del deputato Christos Pappas, noto per aver definito Hitler un “precursore dell’Europa unita”. Anche l’omicidio del 34enne rapper di sinistra Pavolos Fyssas, il 17 settembre 2013 – per il quale c’è un reo confesso – sarebbe direttamente riconducibile alle campagne di aggressione portate avanti da Alba Dorata contro nemici politici e altri soggetti finiti, per varie ragioni, nel suo mirino. Diverso, ovviamente, il giudizio degli imputati, che parlano apertamente di “complotto politico-giudiziario”. Sono stati in molti, in questi giorni, a parlare di «processo storico», dato che per la prima volta nella storia della Grecia democratica un partito politico rappresentato in parlamento finisce alla sbarra in quanto tale, col rischio per i suoi membri di essere condannati fino a 20 anni di carcere.