Detenzioni illegali e sparizioni: il rapporto Onu sugli abusi in Ucraina

Detenzioni illegali, abusi e sparizioni: nelle zone interessate dal conflitto ucraino, sono 5,2 milioni le persone che subiscono ogni giorno questa situazione. A lanciare allarme è l’Onu, che accusa sia i filorussi che le forze governative di Kiev di atti di “tortura” nei confronti di civili nell’Est del Paese. In un nuovo rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, si analizza anche il netto deterioramento delle condizioni di vita per i cittadini che si trovano nel pieno delle azioni di guerra, in inverno, in case senza riscaldamento né acqua corrente, perché le operazioni militari hanno danneggiato le tubature.

“La situazione diventa estremamente complicata per la popolazione – si legge nel rapporto dell’Onu -soprattutto per gli anziani, per i bambini e per gli assistiti dalle istituzioni pubbliche che si ritrovano ad operare sull’orlo della sopravvivenza”. Non sono solo le milizie filo russe nel mirino delle Nazioni Unite: anche l’esercito ufficiale ha fatto la sua parte. Le Ong che militano per la difesa dei diritti umani, infatti, hanno più volte accusato di gravi abusi i militanti ultranazionalisti che combattono a fianco delle forze regolari ucraine. Tubature e fogne, sono state distrutte dalle azioni militari e ai civili non è stata fornita nessuna assistenza: nel mese di novembre il governo ucraino ha interrotto i versamenti destinati ai servizi pubblici nei territori controllati dai ribelli.

“Gli sforzi di Kiev per proteggere l’integrità territoriale dell’Ucraina e per ripristinare l’ordine nella zona del conflitto sono stati accompagnati da detenzioni arbitrarie, dal ricorso alla tortura e dalla scomparsa di persone sospettate di appoggiare il separatismo e il terrorismo – continua il documento stilato dall’Onu – Gran parte di queste violazioni dei diritti umani sembra essere stata commessa da alcuni battaglioni di volontari o dai servizi di sicurezza ucraini”.