Crisi siriana, membri dell’opposizione ad Ankara per preparare nuovi colloqui

I rappresentanti dell’opposizione politica e militare siriana si sono recati ad Ankara per colloqui con esperti del ministero degli Esteri turco, guidati dal sottosegretario Umit Yalcin, in vista della ripresa delle trattative sul futuro del Paese mediate dall’Onu, prevista a Ginevra il 20 febbraio. Lo riferiscono fonti diplomatiche turche. Lunedì, rappresentanti di Turchia, Russia e Iran torneranno a riunirsi ad Astana nella prima riunione della task-force sulla Siria per valutare lo stato di attuazione del meccanismo trilaterale di monitoraggio della tregua, concordato il mese scorso sempre in Kazakistan.

“Esperti provenienti da Russia, Turchia, Iran e Nazioni Unite prenderanno parte ai lavori della task-force congiunta. Lo scopo del meeting è quello di discutere la realizzazione della cessazione delle ostilità”, ha detto il ministero della Difesa russo.

Sul piano delle relazioni Mosca-Ankara, che stanno diventando decisive nella risoluzione della crisi, va segnalata la conferma dell’arrivo di Erdogan nella capitale russa a inizio marzo. Si tratterà del quarto incontro in sei mesi con Putin. I rapporti tra i due Paesi si sono normalizzati a oltre un anno dall’abbattimento del su-24 russo da parte della contraerea turca che fece temere una pericolosa escalation nucleare.

Intanto Vladimir Putin e Viktor Orban, nel corso di una conferenza stampa congiunta, hanno sottolineato di condividere “lo stesso approccio” alla soluzione della crisi siriana. “Crediamo – ha detto il presidente russo – che sia necessario unire gli sforzi nella guerra al terrore poiché quando si troverà una soluzione politica alla crisi siriana e verrà riportata la pace sarà più semplice risolvere il problema dell’immigrazione in Europa“.

Mosca, fra l’altro, ha registrato tre violazioni del cessate il fuoco in Siria nelle ultime 24 ore, tutte nella provincia di Latakia. La Turchia invece ha denunciato sette violazioni della tregua: cinque nella provincia di Damasco e due in quella di Hama. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca nel suo bollettino giornaliero sul monitoraggio della tregua in Siria.