Una ragazza su due è condizionata da stereotipi maschilisti. Sos di Terre des Hommes

"Non è un paese per ragazze": nella Giornata internazionale della donna allarme per il futuro lavorativo al femminile

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Allarme occupazione al femminile: sos di Terre des Hommes nella Giornata internazionale della donna. Dal punto di vista del lavoro non è un paese per ragazze. Gli stereotipi pesano sul futuro di un ragazza su due. Il lavoro, infatti, è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione. Oltre il 50% si sente condizionata da stereotipi e retaggi maschilisti. E il 20% non ha nessun modello di riferimento a cui ispirarsi. La denuncia arriva dall’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e OneDay Group. Se il futuro è in pericolo, il presente è già compromesso. Basti pensare che il 47,78% delle giovani ha dichiarato all’Osservatorio indifesa di aver assistito a una violenza fisica.

Disparità di genere

Non va meglio con la violenza psicologica. 7 ragazze su 10 ha assistito ad episodi di questo tipo. La realtà non è rassicurante per le nuove generazioni. Le giovani percepiscono il rischio della solitudine e dell’isolamento sociale (23,14%). Il pericolo della violenza psicologica (19,72%), del bullismo (17,90%) e della violenza sessuale (17,39%). Per l’82,90% il web non è un ambiente sano e sicuro. Tra i rischi mettono al primo posto il cyberbullismo. Non migliora la situazione nella vita offline. Il 23,14% sente il pericolo della solitudine e dell’isolamento sociale. Il 19,72% quello della violenza psicologica. Il 17,70% del bullismo. E il 17,39% della violenza sessuale. Per quasi il 34% delle intervistate, d’altra parte, non si stanno facendo passi avanti nella parità di genere.sos

Sos limitazioni

“C’è molto da fare per il futuro delle giovani donne nel nostro Paese”, afferma Paolo Ferrara. Aggiunge il direttore generale di Terre des Hommes: “E’ urgente un cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola. Occorre lavorare affinché genitori e insegnanti incoraggino le ragazze a seguire percorsi di studio. Sentieri formativi che permettono carriere vicine ai loro reali desideri. Al netto dei condizionamenti esterni, che arrivano persino dai libri di testo”. I libri di scuola, infatti, “ancora troppo spesso raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri”. E le donne come maestre e infermiere. Racconta Paolo Ferrara: “Ogni anno con la nostra campagna ‘indifesa’ ci impegniamo a diffondere i dati della violenza e delle discriminazioni. Ma cerchiamo anche di offrire a ragazze e ragazzi percorsi che possano accrescere la loro consapevolezza su queste tematiche. E proporre nuovi modelli. Così da essere davvero leader del cambiamento per una società più equa e inclusiva”. Dunque una ragazza su 2 si sente limitata, nelle scelte sul futuro, da stereotipi e retaggi maschilisti e il lavoro è percepito come il luogo più a rischio discriminazione.sos

Osservatorio “indifesa”

Lo studio di Osservatorio indifesa è realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group. Quest’anno ha coinvolto oltre 2000 ragazze adolescenti dai 14 ai 26 anni. Il presente è complesso. Perciò le ragazze sono consapevoli che, in futuro, da adulte, dovranno lottare anche di più. Ritengono, infatti, che il luogo in cui si assiste a più discriminazione o violenza di genere sia il lavoro. E’ al primo posto nelle loro risposte seguito dal web e dai mass media. Le ragazze di oggi fanno fatica a sognare. Ma neanche progettano “in grande” il loro futuro. Più della metà delle intervistate, il 53,96%, analizza le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa. E sono convinte che le ambizioni e le passioni vengano limitate dagli stereotipi e retaggi maschilisti. Al secondo posto viene indicata l’assenza di una rete di sostegno. Al terzo la mancanza di modelli a cui ispirarsi. Un vuoto sottolineato anche dal fatto che per il 20% di loro “non c’è nessun modello di riferimento”. E per il 30% il principale modello è la propria mamma. In sostanza una su 2 non ha modelli esterni alla famiglia a cui riferirsi “idealmente” per progettare il proprio futuro.sos

Senza modelli di riferimento

La mancanza di modelli di riferimento e gli stereotipi non aiutano le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training). Per cui l’Italia detiene il record europeo negativo. Le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono ben il 25%. Lo conferma il dossier indifesa 2022 di Terre des Hommes. La situazione è determinata da un lato, da convenzioni o vere e proprie pressioni sociali che tendono a dare una maggiore importanza al ruolo delle donne all’interno della famiglia. Dall’altro da un mercato del lavoro che privilegia l’assunzione di giovani uomini rispetto alle giovani donne. E rende difficile conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli. Il divario di genere nell’educazione non finisce qui, denuncia il dossier indifesa 2022.

Stem

Le ragazze rappresentino quasi il 60% dei laureati in Italia. Una quota stabile da dieci anni a questa parte. Ma la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) è decisamente più ridotta. A vantaggio di percorsi di studio in ambito linguistico, medico e umanistico. Secondo il ministero dell’Istruzione, nell’anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea Stem sono il 21%. La metà rispetto agli uomini. Eppure, la laurea in una disciplina Ict, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, costituisce un valore aggiunto. E permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno.