L’istruzione come strumento di pacificazione e progresso sociale nel cuore dell’Africa

In occasione dei dieci anni di pontificato di papa Francesco, borse di studio per i giovani congolesi: al via l'iniziativa della media company San Paolo

educativa
Foto: Vatican News

L’istruzione come via d’uscita dalla guerra civile congolese. “Educare è un atto d’amore. E’ dare vita. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà. Nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni- sottolinea papa Francesco- E noi non abbiamo diritto ad aver paura della realtà”. Inoltre, puntualizza il Pontefice, “educare non è un mestiere, ma un atteggiamento. Un modo di essere. Per educare bisogna uscire da se stessi e stare in mezzo ai giovani. Accompagnarli nelle tappe della loro crescita mettendosi al loro fianco”. L’Ispi analizza in profondità gli attori coinvolti e i corposi interessi in ballo. E ritiene che il conflitto in Congo sia “la prima guerra legata allo sviluppo della globalizzazione“. Con lo sfruttamento di nuovi minerali “adatti a foraggiare la new economy”. In altri termini, la pericolosa “somalizzazione” del conflitto congolese è solo apparentemente una questione “etnica”. Le dinamiche etniche, pur riscontrate a livello strumentale e di esecuzione, celano altro. Ossia le ambizioni geopolitiche delle grandi potenze (Usa, Cina, Francia). E gli interessi economici delle multinazionali.istruzione

Minaccia globale

Il Gruppo Editoriale San Paolo ha raccolto l’invito di Jorge Mario Bergoglio a investire nell’istruzione in Congo. E ha organizzato una raccolta fondi per i giovani studenti della facoltà di Comunicazione dell’Università di Kinshasa. “Sosteniamo i futuri comunicatori della fede in un territorio che è sorriso e speranza per il mondo”, affermano i promotori dell’iniziativa di solidarietà. Nella Repubblica Democratica del Congo, avverte l’Ispi, la lunga e sanguinosa guerra che dura dal 1997 si è tramutata tragicamente nel più grande disastro umanitario del continente africano accanto a quello del Sud Sudan. Un’intera popolazione di quasi 90 milioni di persone in preda alla disperazione. Nella morsa di una minaccia globale che non risparmia niente e nessuno.Istruzione

Focus istruzione

“Si devono sostenere i giovani, perché studino e vadano avanti. Sono una delle ricchezze della Repubblica Democratica del Congo”. A fronte dell’appello lanciato da papa Francesco durante il viaggio dello scorso febbraio nel cuore dell’Africa, il Gruppo Editoriale San Paolo ha risposto promuovendo il progetto di solidarietà dell’Associazione don Zilli. E cioè intitolare a Jorge Mario Bergoglio, per il suo decennale di pontificato, una raccolta fondi per l’istituzione di borse di studio. A favore degli studenti, seminaristi e laici, della Facoltà di Comunicazione dell’Università Saint Augustin di Kinshasa. Uno speciale “regalo” a Papa Francesco per i suoi dieci anni di pontificato attraverso un’opera di solidarietà.istruzione

Buone pratiche

La formazione di classi dirigenti nuove è una sfida che accomuna molti Paesi dell’Africa. Ed è in questo contesto che si inserisce l’iniziativa. L’obiettivo è contribuire allo sviluppo del Paese, sempre più in difficoltà. Formando i giovani nel campo della comunicazione. Per combattere l’ignoranza. Diffondere buone pratiche di igiene e salute. Difendere la democrazia. Contrastare la propaganda e le fake news. “Papa Francesco nel suo ultimo viaggio in Africa ci ha esortato a sostenere le nuove generazioni. Le intelligenze più vivide e motivate a vivere nei valori cristiani. – spiega don Antonio Rizzolo, direttore enerale dell’apostolato paolino – Ci siamo sentiti subito coinvolti e abbiamo deciso di promuovere questa importante iniziativa. Che educa a una comunicazione capace di mettere l’umanità al centro. E allo stesso tempo, sostiene molti studenti nel loro cammino verso il futuro in un territorio che è sorriso e speranza per il mondo”.istruzione

Impregno per l’istruzione

La facoltà di Comunicazione dell’Università Saint Augustin venne attivata nel 2018. Ed è stata realizzata dai Paolini in un reparto dismesso della vecchia tipografia. Ristrutturato con il contributo dei fondi dell’8 per mille della Chiesa italiana. Nelle aule si imparano le tecniche di comunicazione e il lavoro in radio, giornali e internet. Per sostenere il futuro di questi ragazzi e supportare l’iniziativa si può andare sul sito www.donaperilfuturo.it. Il Gruppo Editoriale San Paolo è una media company di proprietà della Società San Paolo, una Congregazione religiosa fondata nel 1914 in Italia ad Alba dal beato don Giacomo Alberione. I membri della Società San Paolo, conosciuti come Paolini, operano in 32 nazioni. La loro molteplice attività riguarda. Editoria libraria, giornalistica, cinematografica, musicale, televisiva, radiofonica, multimediale, telematica. Centri di studio, ricerca, formazione, animazione. Il marchio che caratterizza tutti i prodotti e le attività dei Paolini rappresenta efficacemente la dinamica della loro presenza.

Mozambico

Sull’orlo del baratro

L’Istituto per gli studi di politica internazionale è un centro studi italiano, specializzato in analisi geopolitiche e delle tendenze politico-economiche globali. Secondo l’Ispi la Repubblica Democratica del Congo è sull’orlo del baratro. Un vero buco nero della geopolitica africana. E un disastro umanitario ripetutamente denunciato dalle numerose ong presenti nel paese. Dalla Chiesa cattolica che, con i suoi missionari, rappresenta una rara realtà organizzata. Alle Nazioni Unite presenti attraverso tutte le sue agenzie specializzate ma soprattutto con la Monusco. Una forza di peacekeeping che opera nel paese dal 1999. Spesso esposta a critiche per la sua incapacità di proteggere le popolazioni civili. Nel corso di questi decenni molte volte l’allarme è stato lanciato per attirare l’attenzione della comunità internazionale sulla situazione in Congo. “Nulla e nessuno ha raccolto il grido di dolore di un intero popolo martire dell’indifferenza e del cinismo del mondo– osserva l’Ispi-. Un silenzio assordante a livello globale. Nelle cancellerie che contano e nei media mainstream,. La popolazione congolese resta sola dentro il suo dramma”.