“Crema di tutti”, il progetto che abbatte le barriere meno visibili delle città

L'intervista di Interris.it alla dott.ssa Enza Crivelli, pedagogista clinica e referente del progetto "Crema di tutti"

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L’autismo è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da una diversa modulazione/ integrazione sensoriale. Questo comporta, con vari gradi di gravità, una compromissione dell’interazione sociale e un   deficit della comunicazione, sia verbale che non verbale. In Italia, secondo le statistiche, un bambino ogni settanta nuovi nati, è affetto da questo disturbo.

L’esperienza di Crema

A Crema, in provincia di Cremona, grazie all’opera dell’associazione “Mai Stati Sulla Luna?”, presieduta da Beatrice Schacher, sta prendendo forma “Crema di tutti”, un progetto innovativo basato su un nuovo paradigma di inclusione delle città. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato la a dott.ssa Enza Crivelli, pedagogista clinica e direttrice di tre centri dedicati all’autismo nelle città di Milano, Bergamo e Crema. È inoltre fondatrice della casa editrice “Uovo Nero”, in prima linea nella sensibilizzazione sui temi riguardanti l’inclusione.

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Foto di Tim Marshall su Unsplash

L’intervista

Dottoressa, come nasce e che obiettivi ha il progetto “Crema di tutti”?

“Il progetto ‘Crema di tutti’ è nato dalla consapevolezza che, le persone autistiche, sono in aumento e, a mio avviso, bisogna tenerne conto. Si parla diffusamente di inclusione e accessibilità su molti livelli ma, rispetto alla neurodivergenza, c’è ancora qualcosa da rifinire e da curare perché permangono ancora molti ostacoli alla possibilità di vivere una vita autonoma e indipendente. Queste barriere non sono di tipo fisico ma quasi invisibili e impediscono la comunicazione e la relazione. L’obiettivo di ‘Crema di tutti’ è proprio l’abbattimento di queste barriere invisibili, mediante la creazione di ponti relazionali e comunicativi con la città e con gli esercizi che, tutti noi, nella nostra vita quotidiana, utilizziamo ossia fare la spesa, comprare dei vestiti o entrare in un bar a bere un caffè o in pizzeria. Il nostro obiettivo ed il cuore del progetto è di rendere accessibili questi luoghi per chi ha uno stile comunicativo e relazionale peculiare differente da quello standard, abbattendo le barriere e rendendoli veramente accessibili”.

In futuro, sull’esempio di questo progetto, che caratteristiche dovranno avere le città per essere più inclusive sotto tutti i punti di vista?

“Spesso si parla di abbattimento delle barriere fisiche e molte città si stanno muovendo su questo versante. La neutralizzazione delle barriere più sottili e quasi invisibili, significa invece che, i cittadini e tutti coloro che offrono dei servizi pubblici, potranno avere una buona conoscenza della neurodivergenza e conoscere degli strumenti comunicativi diversi da quelli standard. Nello spettro autistico, ci sono persone che non sono verbali, ma ciò non significa che non abbiano delle possibilità per comunicare, purché si utilizzino il loro stile e i loro strumenti comunicativi, facendo così il modo di poter comunicare in maniera efficace”.

Quali sono i vostri auspici per lo sviluppo del progetto “Crema di tutti”? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione?

“I commercianti di Crema che, ad oggi, hanno aderito al progetto, sono circa una ventina. Inoltre, hanno dato l’adesione gli uffici comunali e la biblioteca. L’auspicio è che, i numeri attuali, possano aumentare e diventare qualcosa di capillarmente diffuso, diventando un protocollo adottabile anche in altri contesti cittadini. Ci sono tante possibilità per aiutare il progetto: interessandosene, diffondendolo, utilizzandolo e, non ultimo, offrendo un sostegno economico perché, l’intera azione, è a carico dell’associazione ‘Mai Stati sulla Luna?’ e, come tutte queste realtà, c’è sempre bisogno di un supporto per questo aspetto”.