Come proteggersi dal coronavirus in vacanza, i consigli degli esperti

Ecco le regole principali per non ammalarsi e non fare ammalare gli altri in vacanza, con un occhio di riguardo per i soggetti più fragili della società: bambini, anziani, malati, disabili

mascherina

Estate, tempo di vacanza. Dopo il lockdown si torna gradualmente a vivere la socialità, ma senza abbassare la guardia: il virus SARS COV 2 è ancora in circolazione. In Italia continuano a verificarsi focolai di infezione. In attesa di un vaccino efficace e sicuro in grado di prevenire la malattia COVID-19 (oltre 100 gli studi in corso secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), per proteggersi è necessario mantenere un comportamento responsabile e rispettare le regole di base: distanziamento fisico, uso corretto delle mascherine, igiene delle mani e controllo dei sintomi respiratori.

Soggetti fragili e vacanze

Queste regole sono a protezione di tutti, ma in modo particolare di quelle persone considerate più fragili delle altre, quali: bambini, anziani, malati, persone con handicap e immunodepressi. Non sempre infatti è possibile far rispettare le distanze o far tenere una mascherina a un soggetto che ha problemi di età, salute o psicofisici. Ma se la maggior parte delle persone si attiene alle regole, protegge anche quelle poche che – per motivi vari – non possono farlo da sole. Con tanti italiani che stanno per partire per le ferie d’agosto, gli esperti dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma hanno raccolto – nell’ultimo numero di “A Scuola di salute“, il magazine digitale a cura dell’Istituto Bambino Gesù per la Salute diretto dal prof. Alberto Ugazio – dei consigli per un’estate sicura senza rinunciare a stare “insieme”.

Un difficile lockdown

I mesi di lockdown sono stati difficili e frustranti per tante persone, dai bambini, soprattutto i figli unici, agli adolescenti. Ma anche per gli anziani soli e per le persone con disabilità psichiche che hanno visto stravolta la propria routine. Ce ne ha parlato recentemente anche la mamma di Leonardo, un ragazzo autistico che studia sax al conservatorio. Tutti hanno sofferto molto la mancanza di relazioni sociali. “In alcuni casi, bambini e ragazzi – spiegano gli psicologi del Bambino Gesù – hanno sviluppato comportamenti aggressivi, una maggiore dipendenza da smartphone e videogiochi, sprezzo delle regole. Terminato l’obbligo di isolamento in casa, è importante che i genitori consentano loro di incontrare nuovamente i propri amici, soprattutto all’aperto”.

Virus e caldo: il coronavirus è meno aggressivo in estate?

Nello stesso tempo, è fondamentale sostenere ed aiutare le persone – giovani e meno giovani – in questa nuova fase. La parola chiave è: sicurezza. Le precauzioni per prevenire il contagio in estate non sono infatti cambiate. “Il comportamento del nuovo coronavirus ad alte temperature è in fase di studio, ma sulla base delle conoscenze attuali – spiegano gli esperti del Bambino Gesù – nei mesi estivi potrebbe avere meno possibilità di trasmettersi”. Tuttavia – avvertono – l’emergenza non è finita e il rischio di contagiarsi aumenta se si sta a stretto contatto (meno di un metro per 15 minuti) con altre persone. Nei luoghi di vacanza, al mare, in montagna o in città, in ambienti come gli stabilimenti balneari, le piscine, le palestre e quando si è in viaggio in treno, in aereo, bus e metropolitane, anche nella bella stagione è dunque necessario prendere tutte le precauzioni del caso per evitare di ammalarsi.

Le regole per non ammalarsi

Ecco le regole principali per non ammalarsi in vacanza.

  • Distanza di sicurezza. Mantenere una distanza minima di un metro – meglio due – quando si è in contatto con altre persone. È una indicazione che vale sempre, al chiuso e all’aperto, anche quando si fa un bagno in mare: l’acqua marina non è un veicolo di infezione, ma neanche un disinfettante, quindi è importante prestare attenzione a rispettare il distanziamento.
  • Mascherina. Il Ministero della Salute ha stabilito che deve essere indossata da adulti e bambini dai 6 anni in su. Ma è possibile indossarla già dai due anni di età. Per essere efficace, deve coprire ampiamente il naso e la bocca e va tenuta in tutti i luoghi, specie se chiusi, in cui si ha difficoltà a rispettare la distanza di sicurezza. Durante il gioco all’aria aperta i bambini devono indossarla solo nel caso in cui non riescano a mantenere una distanza di almeno 2 metri.
  • Lavaggio delle mani. È un’azione in grado di ridurre significativamente le possibilità di contagio, per questo motivo va compiuta il più frequentemente possibile usando acqua e sapone o un disinfettante a base di alcol. Sebbene il virus non riesca a sopravvivere a lungo sulle superfici, specialmente all’aperto dove si degrada più rapidamente, queste possono essere veicolo di infezione. Per tale motivo, è importante lavarsi subito se si ha toccano superfici su cui altre persone hanno appoggiato le mani. Compresi giochi, attrezzi, altalene, scivoli e panchine nei giardini pubblici.
  • Controllo dei sintomi. In caso di febbre, mal di gola, raffreddore, tosse, difficoltà a respirare, perdita di gusto e olfatto l’indicazione è di restare a casa evitando il contatto con altre persone e di chiamare il proprio medico, sempre e rapidamente. Quando possibile, tossire o starnutire nel gomito oppure in un fazzoletto usa e getta che dovrà essere immediatamente buttato in un contenitore con un coperchio.

Sole, mare, montagna…vacanza in sicurezza

Dopo il lockdown via libera a tutte le attività all’aperto – quali corsa, camminata, bicicletta, esercizi aerobici – che garantiscano una distanza adeguata dagli altri. Gli sport più gettonati nei mesi estivi sono il nuoto, per chi va in vacanza al mare, e le passeggiate, per le famiglie che scelgono la montagna. L’esposizione alla luce solare nelle ore meno calde della giornata è la prima regola della corretta “abbronzatura”. La cute deve essere comunque protetta utilizzando creme con filtri solari. Un’esposizione ai raggi solari “intelligente” evita anche fastidiose congiuntiviti e i colpi di calore a bimbi e anziani. Il sole è comunque un buon alleato per la salute. E’ attraverso i raggi solari, infatti, che la pelle produce la vitamina D, indispensabile per il deposito del calcio nelle ossa.

La comunità garante della salute dei più fragili

La comunità scientifica si sta interrogando sul ruolo di questa vitamina anche per la prevenzione o addirittura per il trattamento del COVID-19, ma al momento non ci sono riscontri certi. In assenza di un vaccino e una cura, la prevenzione – anche in vacanza – resta dunque lo strumento principale per difendere noi stessi, i nostri cari e le persone più fragili. Molte di loro hanno bisogno dell’impegno dell’intera comunità per poter evitare il pericolo di una infezione che – lo ricordiamo – specie nei soggetti fragili, potrebbe avere esiti purtroppo nefasti.