Juve, ora è davvero storia: 2-0 alla Samp e nono Scudetto di fila

Le reti di Cristiano Ronaldo e Bernardeschi domano la Sampdoria di Ranieri: i bianconeri sono campioni d'Italia con due giornata d'anticipo

Foto © Twitter Juventus

La Juve è campione d’Italia per la nona volta consecutiva. Anche perché ”vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”, tanto per rimanere fedeli alla frase coniata anni fa da Giampiero Boniperti e sempre più di moda in casa Juventus. Perché da quelle parti si troverebbe a mal partito anche uno come De Coubertin per il quale “l’importante è partecipare”. Guai a dirlo ai bianconeri. Passano gli anni, ma il sentimento resta sempre lo stesso. E così la Juve stasera è campione d’Italia con due giornate di anticipo sulla fine del campionato, per la nona volta consecutiva. Battuta una volitiva e mai doma Samp per 2-0 per effetto dei gol di Cristiano Ronaldo e Bernardeschi. E l’ammirazione non può che essere totale, perché non si vince mai per caso. Ogni vittoria è frutto di una programmazione capillare, di una voglia smisurata di non sentirsi mai sazi e di voler continuare a vincere.

Una Juve a nove code, dopo tre anni di malesseri, dalla retrocessione in B per Calciopoli al ritorno in A dove società, squadra e calciatori, tutto erano (e non ce ne vogliano) meno che all’altezza di quel marchio a tinte bianconere. Una storia tornata ad essere scritta a pelo d’erba dopo l’avvento di Andrea Agnelli sulla poltrona presidenziale. L’ingaggio di un bianconero come Antonio Conte che andava in panchina col sangue agli occhi, tanto da trasformare una modesta formazione, reduce da due settimi posti, nella regina d’Italia. Tre anni di Conte e altrettanti scudetti, mentre il marchio riprendeva quota nel panorama internazionale. La Juve era tornata, più forte di prima. Poi l’addio a Conte alla vigilia della quarta stagione, un po’ burrascoso, e l’ingaggio di un milanista come Massimiliano Allegri, accolto alla partenza per il ritiro da insulti e uova sul bus bianconero.

Cammino Juventus

Ma il “Conte” Max, s’è fatto subito perdonare fino ad entrare nel cuore della gente bianconera. Scudetti consumati come le patatine, una tira l’altra. Ne ha vinti cinque di fila, ha portato per ben due volte la squadra in finale di Champions League, anche se l’epilogo non è stato quello sperato. Ma davanti c’erano Barcellona e Real Madrid, ovvero le regine di Spagna. Travagliato anche l’addio ad Allegri, tecnico pragmatico, ma che sapeva come vincere. La Juve punta su Maurizio Sarri con negli occhi ancora il bel gioco che il toscano aveva impresso al Napoli. “Abbiamo preso Sarri per vincere, ma anche per giocare bene e divertirci”, disse alla presentazione un gasatissimo Andrea Agnelli, mentre Paratici e Nedved, sponsor dell’ex tecnico del Chelsea, gongolavano. Bel gioco se ne è visto poco, lo stesso Sarri è finito spesso, e volentieri, sul banco degli imputati. Ma alla fine ha tagliato il traguardo, conquistando uno scudetto dopo aver perso Supercoppa (contro la Lazio) e Coppa Italia (contro il Napoli).

Verso la Champions

Una vittoria per mancanza di avversari. Troppo più forte la Juve del resto di un gruppo ancora troppo lontano, nonostante una stagione tra alti e bassi. Poteva vincerlo il titolo nel turno precedente, non fosse incappata nella clamorosa sconfitta di Udine.  Dicevamo del gruppo, ed è proprio nei suoi assi che la Juve ha costruito la vittoria scudetto, con il solito Ronaldo che ha concretizzato il delizioso assist di Pjanic firmando in pieno recupero il vantaggio bianconero.  Nella ripresa il raddoppio di Federico Bernardeschi a chiudere la pratica, evitando ulteriori sorprese, dal momento che la Samp ha giocato bene e messo più volte in difficoltà i bianconeri. Ed è questo gruppo che Sarri deve ringraziare. La sua panchina è stata più volte in bilico. Ora la Champions per dimenticare qualche malessere, ma qualora dovesse uscire malamente dalla massima competizione europea, potrebbe non bastargli un semplice scudetto, perché altri fallimenti a Torino, non sono ammessi. Perché non è importante vincere, ma è l’unica cosa che conta. Stasera è campione d’Italia per la nova volta di fila. Da domani inizia un’altra storia, l’assalto a quella Champions che la Juve insegue da una vita.

Duello Europa League

Dunque scudetto alla Juve, Inter, Atalanta e Lazio in Champions. E’ lotta ancora aperta per l’accesso all’Europa League con la Roma (2-1 alla Fiorentina con doppietta di rigore di Jordan Veretout) momentaneamente a +4 sul Milan da difendere nelle ultime due giornate, con i giallorossi impegnati in trasferta prima contro il Torino e poi contro la Juve, mentre il Milan deve andare a Marassi contro la Samp prima di chiudere a San Siro contro il Cagliari. Ai giallorossi basterà vincere mercoledì in casa di un Toro salvo per materializzare l’accesso alla fase a gironi di Europa League. In coda, oltre alle condannate Spal e Brescia, un alito di speranza per il Lecce, battuto a Bologna, e sempre a -4 dal Genoa difficilmente recuperabile. E’ ritornata forte la Lazio capace di rifilare una manita al Verona al Bentegodi con tripletta di Ciro Immobile, sempre più Scarpa d’Oro (34 gol) ed ora all’assalto del record di Higuain (36).

La storia

Per la Juve, dunque nono scudetto di fila, il secondo per Cristiano Ronaldo, il primo per Maurizio Sarri che finalmente corona il sogno di vincere qualcosa in Italia, dopo aver trionfato in Europa League la passata stagione sulla panchina del Chelsea. L’attenzione ora si sposta sulla Scarpa d’Oro con Immobile a quota 34 gol contro i 31 di Ronaldo, che potevano essere 32 se il portoghese non avesse fallito un calcio di rigore, con il laziale nettamente favorito, con tanto rammarico per Ronaldo abituato, ai tempi del Real, a vincere titolo di cannoniere e Scarpa d’Oro. Ma questa è un’altra storia. La notte del 26 luglio, è tutta bianconera, con la Juve Campione d’Italia. Trentasei scudetti, nove di fila: è storia.