Coronavirus, Furlan (Cisl): “Aiuti ai lavoratori? C’è ancora tanto da fare”

Sono molte le imprese che, per prevenire la diffusione del contagio da coronavirus hanno chiuso porte e sbarrato stabilimenti. Ciò ha comportato che molti lavoratori siano rimasti a casa. Si parla dell’impatto che il Covid-19 potrebbe avere sulla nostra economia, relegando in secondo piano la sorte di migliaia di lavoratori. Ancora non è chiaro come effettivamente influirà l’epidemia di coronavirus sul nostro Paese – economicamente parlando e gettando uno sguardo preoccupato anche al comparto turismo – ma, stando alle previsioni, all’orizzonte sembra delinearsi un futuro non proprio roseo. Della situazione dei lavoratori, di come reagire e sulla validità delle misure messe in campo dal governo, In Terris ne ha parlato con Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl.

Dottoressa Furlan, come commenta le misure decise dal governo?
“Di sicuro va riconosciuto l’impegno da parte del Governo di trovare risorse consistenti per arginare il più possibile l’emergenza coronavirus. Bisogna avere la capacità di reagire. Di certo è una buona notizia avere un margine di manovra economica più significativo. Non sappiamo quanto durerà l’emergenza ma abbiamo segnali allarmanti in tanti settori come il turismo, la logistica, i trasporti il manifatturiero. Ecco perché dobbiamo trovare misure di sostegno al reddito di tutti i lavoratori colpiti dalle crisi e sostegni alle imprese. Abbiamo inoltre ribadito la necessità di richiamare l’Europa ad un forte senso di responsibilità: è il momento che dimostri di essere davvero quell’Europa dei popoli e delle genti di cui andiamo fieri, stanziando risorse adeguate a sostegno di tutti i paesi che, come noi, stanno affrontando questo momento delicato e per nulla facile. Anche in questo il Governo può e deve fare molto, non è il momento della timidezza. Per venire incontro alle esigenze del sistema sanitario nazionale che ormai è al collasso come Cisl abbiamo più volte precisato che il comparto va aiutato non richiamando in servizio personale andato in pensione, ma assumendo, finalmente, i tanti giovani medici ed infermieri che sono in attesa di entrare di diritto nel settore e mettersi così al servizio della collettività. C’è tanto da fare ancora”.

Scuole chiuse vuol dire anche insegnanti e operatori scolastici a casa… che cosa fare per i lavoratori direttamente coinvolti?
“In realtà sono sospese le attività didattiche, gli operatori scolastici, personale di segreteria, Ata, saranno negli istituti di appartenenza. Gli insegnati solo in caso di attività programmate. La priorità oggi è evitare di diffondere il contagio. Se è necessario chiudere le scuole, il procedimento va applicato, ma vanno sostenute le famiglie, a cominciare dall’allargamento dei congedi parentali in modo che uno dei genitori, o il genitore se singolo, possa stare a casa con i figli e limitare così i costi. Come Cisl abbiamo dato la massima disponibilità a collaborare perché su tutto il territorio nazionale non venga compromesso l’esercizio del diritto allo studio, auspicando che si possa giungere nel più breve tempo possibile alla normale ripresa delle attività in tutte le sedi”.

Le disposizioni del governo sullo smart working sono realizzabili? Il nostro sistema è pronto?
“Ben venga lo smart working che è sicuramente uno strumento utile e moderno che va incentivato in tutti i luoghi di lavoro per contrastare gli effetti dell’epidemia da coronavirus. Negli ultimi anni vi è stata una grande diffusione quasi esclusivamente nelle aziende medio-grandi e sempre sulla base di accordi collettivi aziendali. Ovviamente ciò si giustifica solo in fase di emergenza, ed infatti il nuovo decreto fissa una scadenza, dopo la quale sarà necessario stipulare un accordo con il lavoratore. Il sindacato, dal canto suo, si farà parte attiva per promuovere l’utilizzo di questo strumento in quante più aziende possibile, anche con specifici accordi aziendali e territoriali. Ad oggi in realtà era usato ancora molto poco, si sta valorizzando in questo momento”.

Le misure adottate in questo periodo di emergenza sono sufficienti per tutelare le piccole e medie imprese?
“Bisogna ogni sforzo possibile per tutelare tutti i settori produttivi in tutto il territorio nazionale. La Cassa integrazione in deroga può essere uno degli strumenti finanziato con risorse dedicate ed adeguate, rivolto a tutti i datori di lavoro indipendentemente dai limiti dimensionali e a tutti i lavoratori a prescindere dalla tipologia contrattuale”.