Il Papa: “In Mongolia per visitare una Chiesa grande nella carità”

Al termine dell'Angelus, Papa Francesco ricorda che giovedì partirà per la Mongolia: "Incontrerò da vicino un popolo saggio, con una grande tradizione religiosa"

urgenza

Francesco prega per la Grecia, ferita al cuore dagli incendi delle ultime settimane, e chiede a sua volta di pregare per lui. Il Papa è infatti in procinto di partire per la Mongolia, “nel cuore” dell’Asia, per una visita che ha definito “l’occasione per abbracciare una Chiesa piccola nei numeri, ma vivace nella fede e grande nella carità; e anche per incontrare da vicino un popolo nobile, saggio, con una grande tradizione religiosa che avrò l’onore di conoscere, specialmente nel contesto di un evento interreligioso”. Al termine dell’Angelus, il Pontefice si è rivolto direttamente al popolo mongolo, dicendosi “felice di viaggiare per essere tra voi come fratello di tutti. Ringrazio le vostre Autorità per il cortese invito e quanti, con grande impegno, stanno preparando la mia venuta”.

Il Papa: “Gesù vuole essere il Dio vicino”

“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. Una domanda che Gesù pone ai suoi discepoli ma che, spesso, può richiamare anche gli stessi fedeli. In genere, ha spiegato Papa Francesco, di lui si pensano cose belle: un grande maestro, una persona speciale. Ma questo sembra non bastare per capire davvero chi sia Gesù. E, soprattutto, forse potrebbe non bastare a lui: “Se Egli fosse solo un personaggio del passato – come lo erano per la gente del tempo le figure citate nello stesso Vangelo, Giovanni Battista, Mosè, Elia e i grandi profeti – sarebbe solo un bel ricordo di un tempo che fu. E questo a Gesù non va”. Per questo, nel Vangelo, Gesù interroga i discepoli stessi, chiedendo loro chi lui fosse: “Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano: Gesù vuole essere il Dio vicino“.

Il Figlio di Dio vivente

“Gesù – spiega il Papa – non è un ricordo del passato ma il Dio del presente”. Gesù è vivo, “vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù ci accompagna, Gesù è al nostro fianco, ci offre la sua Parola, ci offre la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino: Egli, guida esperta e saggia, è felice di accompagnarci nei sentieri più difficili e nelle scalate più impervie”. Questo ci ricorda che, sulla strada della vita, non siamo mai da soli. “Cristo – infatti – ci aiuta a camminare, come ha fatto con Pietro e con gli altri discepoli”. Egli è il Messia, ossia colui che è atteso. Non è “un eroe defunto, ma il Figlio di Dio vivente, fatto uomo e venuto a condividere le gioie e le fatiche del nostro cammino”. Per questo, ricorda il Papa, non bisogna scoraggiarsi se “a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida”. Con Gesù, infatti, “quel che da soli sembra impossibile non lo è più, con Gesù si può andare avanti”.