Papa: “Dio è Padre, non padrone”

Durante l'udienza generale di questa mattina in piazza san Pietro, per la seconda catechesi dedicata ai Dieci Comandamenti, Papa Francesco ha sottolinea come questi nella Bibbia vengano chiamati ‘parole’ anche se hanno forma di leggi. 

Parola e comando

Il Pontefice esordisce spiegandone la differenza. “Il comando è una comunicazione che non richiede il dialogo –dice –  la parola, invece, è il mezzo essenziale della relazione come dialogo. L’amore si nutre di parole: una cosa è ricevere un ordine, altra cosa “è percepire che qualcuno cerca di parlare con noi”. L’immagine di un Dio despota è proprio quella che fin dall’inizio il demonio ha cercato di inculcare nell’uomo. E' lui che ha fatto credere all'uomo che “una parola d’amore fosse un comando”.

La sfida – prosegue – è proprio questa: la prima norma che Dio ha dato all’uomo, è l’imposizione di un despota che vieta e costringe, o è la premura di un papà che sta curando i suoi piccoli e li protegge dall’autodistruzione? La più tragica, fra le varie menzogne che il serpente dice a Eva, è la suggestione di una divinità invidiosa e possessiva. I fatti dimostrano drammaticamente che il serpente ha mentito”.

Dio è padre

“Noi ci sentiamo sudditi o figli?” chiede il Papa alla folla in Piazza.“Dio è Padre: non dimenticatevi mai questo. Mai. Anche nelle situazioni più brutte, pensate che avete un Padre che ci ama tutti. Lo Spirito Santo è uno Spirito di figli, è lo Spirito di Gesù. Uno spirito da schiavi non può che accogliere la Legge in modo oppressivo, e può produrre due risultati opposti: o una vita fatta di doveri e di obblighi, oppure una reazione violenta di rifiuto. Tutto il Cristianesimo è il passaggio dalla lettera della Legge allo Spirito che dà la vita. Gesù è la Parola del Padre, non è la condanna del Padre. Gesù è venuto a salvare, con la sua Parola, non a condannarci”.

Ci sono cristiani che ragionano da figli e cristiani che ragionano da schiavi, dice il Papa, e gli altri se ne accorgono. “I comandamenti sono il cammino verso la libertà – ribadisce -.Il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli: non dimenticatevi questo”.

Il saluto agli ammalati e ai circensi

Prima di recarsi in piazza, il Papa ha incontrato nell’Aula Paolo VI un gruppo di ammalati di Sla alla vigilia della Giornata Mondiale. Francesco li ha ringraziati della loro visita, ha assicurato la sua preghiera e ha chiesto loro di pregare per lui. E li ha ricordati di nuovo all'inizio della catechesi dicendo: loro seguono con il maxischermo, ma “tutti insieme formiamo una comunità”. Alla fine dell'udienza un gruppo di circensi del Rony Roller Circus si è esibito a piazza San Pietro. “Ogni bellezza ci avvicina a Dio”, ha detto il Papa ringraziandoli per l'esibizione.