Mons. Capella arrestato per pedopornografia

Questa mattina, su proposta del Promotore di Giustizia, il Giudice Istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di Mons. Carlo Alberto Capella. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana”. Con questa nota, la Sala stampa della Santa Sede ha comunicato l'arresto dell'ex funzionario della Nunziatura di Washington, arrivado al termine di un'indagine condotta dallo stesso Promotore di Giustizia sull'ipotesi di reato di possesso di materiale pedopornografico. “L'imputato – si legge ancora nella nota – è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’arresto giunge al termine di un’indagine del Promotore di Giustizia.” A eseguire l'arresto i Gendarmi vaticani.

L'inchiesta

Capella era finito nel mirino del Promotre il 15 settembre scorso: il fascicolo a suo carico era stato aperto dopo che, lo scorso 21 giugno, il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato di pedopornografia che, per la Santa Sede, è previsto nell’articolo 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013. Le accuse erano arrivate anche dal Canada, dove Capella era destinatario di un ordine di arresto per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico: l'inchiesta era stata avviata con una segnalazione del centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini del Rcmp. Il materiale in questione sarebbe stato scaricato durante una permanenza in Canada effettuata dal 24 al 27 dicembre 2016.

Choc nella Santa Sede

La diocesi di London, nell'Ontario, ha reso noto di avere ricevuto una richiesta di aiuto per l’indagine: l'assistenza è stata fornita in relazione alle presunte violazioni della legge sulla pornografia infantile che mons. Capella avrebbe fatto scaricando materiale di tale natura utilizzando il computer di una chiesa del posto. La vicenda ha naturalmente creato grande scalpore all'interno della Santa Sede, per il ruolo finora ricoperto da Capella oltre che per la gravità delle accuse. Il monsignore era attualmente in Vaticano in attesa di giudizio, ospite del Collegio dei Penitenzieri.