Consiglio Episcopale Cei: “Incidenti sul lavoro, si passi dall’indignazione ai fatti”

Il comunicato finale della sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, svoltasi a Roma, presso Villa Aurelia, dal 27 al 29 settembre 2021, sotto la guida del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana

fraternità
Il Consiglio Permanente Episcopale (Fonte: CEI)

Un clima di fraterna condivisione ha caratterizzato la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, svoltasi a Roma, presso Villa Aurelia, dal 27 al 29 settembre 2021, sotto la guida del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

Il principale obiettivo dell’incontro era confrontarsi sul Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Sono stati approvati due documenti: un Messaggio ai presbiteri, ai diaconi, alle consacrate e consacrati e agli operatori pastorali e una Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà.

È stato anche presentato un crono-programma che si distende per l’intero quinquennio 2021-2025. Sia l’elaborazione degli strumenti sia il dialogo tra i Vescovi sono scaturiti dalla consapevolezza che il Cammino sinodale rappresenta un’opportunità da cogliere per il bene delle comunità ecclesiali e per l’intera società.

Al Cammino sinodale sarà dedicata anche l’Assemblea Generale Straordinaria, che si terrà a Roma dal 22 al 25 novembre 2021, di cui è stato approvato l’ordine del giorno. Al centro dei lavori anche alcuni importanti adempimenti statutari. Non è mancato uno sguardo sulla situazione nazionale e internazionale, in particolare sul dramma della popolazione afghana.

Il rinnovo delle dodici Commissioni Episcopali è stato l’occasione per un confronto sulle loro modalità operative, sul loro rapporto con gli Uffici della CEI, sulla loro natura e finalità in ordine alla comunione dell’Episcopato italiano.

Il Consiglio Permanente ha, inoltre, approvato il Messaggio per la Giornata nazionale per la Vita e per la Giornata nazionale del Ringraziamento e ha provveduto ad alcune nomine, fra cui quelle dei membri del Consiglio per gli affari giuridici. Distinte comunicazioni hanno riguardato: la 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Taranto, 21-24 ottobre 2021); l’Incontro dei Vescovi del Mediterraneo (Firenze, 23-27 febbraio 2022) e il XXVII Congresso Eucaristico Nazionale (Matera, 22-25 settembre 2022).

La 49ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani

Al Consiglio Permanente è stato presentato il programma dell’appuntamento di Taranto al quale prenderanno parte 142 Vescovi, 670 delegati di 218 diocesi, tra cui numerosi giovani, in rappresentanza delle comunità ecclesiali che in questi mesi hanno riflettuto a livello locale a partire dall’Instrumentum Laboris.

L’evento prevede momenti di approfondimento e confronto con esperti, esponenti del mondo politico, ecclesiale, civile e culturale, testimonianze, lavori di gruppo ed elaborazione di proposte concrete. L’obiettivo è quello di avviare una transizione ispirata dalla prospettiva dell’ecologia integrale, con un percorso che continui anche dopo la Settimana.

Grido di dolore, dignità della vita, tutela della salute

Nel corso dei lavori sono risuonate le parole di Papa Francesco che, nel discorso rivolto all’Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, è tornato a denunciare con forza la «cultura dello scarto» che accomuna bambini e anziani. All’aborto – «un’abitudine che è bruttissima, è proprio un omicidio» – si affianca infatti la tendenza a mettere da parte le persone anziane, spesso vittime di quella «eutanasia “nascosta”» che consiste in cure non adeguate. Queste parole hanno trovato un’eco significativa nella preoccupazione espressa dal Cardinale Presidente in merito a un eventuale referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente.

Aiutare a morire – hanno ribadito i Vescovi – non è una conquista di civiltà né di libertà, ma una pericolosa affermazione della deriva efficientista e nichilista che serpeggia nella società. L’inquietudine per la prospettiva di un referendum impegna maggiormente a rivolgere l’attenzione verso coloro che manifestano consapevolmente degli interrogativi sul senso del vivere e del morire, soprattutto in questo tempo di smarrimento: la Chiesa intende farsene carico affinché le loro domande trovino persone e comunità capaci di ascoltarne le cause profonde, spesso rintracciabili in una malattia senza apparente via di uscita.

Solo grazie all’ascolto, infatti, potranno scaturire quell’accompagnamento e quell’aiuto necessari a far ritrovare ragioni di vita. Restano, in ogni caso, di fondamentale importanza lo studio e l’applicazione, ampliandone la diffusione, delle cure palliative e delle terapie del dolore.

La tutela della salute e l’analisi delle forme più gravi delle malattie chiamano in causa la Chiesa nell’accogliere il grido di dolore di chi ha smarrito, provato duramente nel quotidiano, il senso stesso del mistero della vita e della morte.

Card. Bassetti (Cei): “Incidenti lavoro, si passi dall’indignazione ai fatti”

Dal Cardinale Presidente anche un monito per la tragedia delle morti sul lavoro, che continua a seminare sofferenza e lutto in ogni angolo del Paese. La Cei, per voce del presidente, card. Gualtiero Bassetti, ha infatti chiesto “fatti concreti” per prevenire ed evitare “la tragedia delle morti sul lavoro, che continua a seminare sofferenza e lutto in ogni angolo del Paese”.

Si tratta di un’emergenza che chiama in causa Governo, Istituzioni e società civile e che richiede una strategia nazionale unitaria: bisogna trasformare l’indignazione in fatti concreti, in investimenti precauzionali e controlli adeguati. Serve cioè un supplemento di responsabilità da parte di tutti, in particolare degli imprenditori tenuti a garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza e di tutela della salute”.

Non spegnere i riflettori sulla drammatica situazione dell’Afghanistan

Il Consiglio Permanente non ha mancato di volgere lo sguardo anche al di fuori dei confini nazionali. La situazione in Afghanistan rimane drammatica e incerta anche se i riflettori sul Paese si sono quasi spenti. Lo sforzo messo in campo dalle nostre comunità per l’accoglienza e la protezione internazionale degli afghani arrivati con i numerosi ponti aerei è stato esemplare, così come lodevole è stata la risposta da parte delle diverse forze politiche.

La Chiesa in Italia, che si è resa subito disponibile a supportare tale impegno, si augura che la stessa sollecitudine abbracci anche gli afgani che nei prossimi mesi si metteranno in cammino per raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo. Ogni respingimento infatti negherebbe un diritto fondamentale del popolo afgano, che scappa da guerra e violenza.

L’auspicio, hanno sottolineato i Vescovi, è che il diritto alla protezione internazionale sia tutelato non solo per gli afghani ma anche per gli uomini e le donne in fuga da 70 Paesi, che arrivano via terra e via mare sia in Italia che in Europa. Come ha detto il Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 26 settembre 2021, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Non chiudiamo le porte alla loro speranza“.