Francesco: “La Chiesa ha rispetto profondo per le altre religioni”

“Sono grato per l’opportunità di partecipare a questo incontro, che riunisce insieme, tra gli altri, le quattro comunità religiose più grandi, parte integrante della vita dello Sri Lanka: Buddhismo, Induismo, Islam e Cristianesimo. Vi ringrazio per la vostra presenza e per il caloroso benvenuto”. Sono state le parole di Papa Francesco nell’incontro interreligioso nel Bandaranaike Memorial International Conference Hall, a Colombo, nel suo primo giorno del viaggio apostolico in Sri Lanka. Dopo aver ringraziato “anche quanti hanno offerto preghiere e benedizioni” e aver espresso in modo particolare la sua “gratitudine” al vescovo Cletus Chandrasiri Perera e al venerabile Vigithasiri Niyangoda Thero “per le loro cortesi parole”, il vescovo di Roma ha chiarito di essere giunto in Sri Lanka “sulle orme dei miei predecessori, i Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II, per dimostrare il grande amore e la sollecitudine della Chiesa cattolica per lo Sri Lanka. È una grazia particolare per me visitare la comunità cattolica locale, confermarla nella fede in Cristo, pregare con essa e condividerne le gioie e le sofferenze”. Ed è “ugualmente una grazia l’essere con tutti voi, uomini e donne di queste grandi tradizioni religiose, che condividete con noi un desiderio di sapienza, di verità e di santità”.

Nel Concilio Vaticano II, ha ricordato il Papa, “la Chiesa Cattolica ha dichiarato il proprio rispetto profondo e duraturo per le altre religioni. Ha detto che ‘nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto (quei) modi di agire e di vivere, (quei) precetti e (quelle) dottrine’. Da parte mia – ha sottolineato – desidero riaffermare il sincero rispetto della Chiesa per voi, le vostre tradizioni e le vostre credenze”. È “in questo spirito di rispetto che la Chiesa cattolica desidera collaborare con voi e con tutte le persone di buona volontà nel ricercare la prosperità di tutti gli srilankesi. Spero che la mia visita aiuterà a incoraggiare e approfondire le varie forme di collaborazione interreligiosa ed ecumenica, che sono state intraprese negli anni recenti” ha detto ancora Francesco, secondo il quale “queste lodevoli iniziative hanno offerto opportunità di dialogo, essenziale se vogliamo conoscerci, capirci e rispettarci l’un l’altro”. Ma, ha proseguito, “come insegna l’esperienza, perché tale dialogo ed incontro sia efficace, deve fondarsi su una presentazione piena e schietta delle nostre rispettive convinzioni”.

“Certamente – ha ammesso il Papa – tale dialogo farà risaltare quanto siano diverse le nostre credenze, tradizioni e pratiche. E tuttavia, se siamo onesti nel presentare le nostre convinzioni, saremo in grado di vedere più chiaramente quanto abbiamo in comune. Nuove strade si apriranno per la mutua stima, cooperazione e anche amicizia”. Per il Santo Padre “tali sviluppi positivi nelle relazioni interreligiose ed ecumeniche assumono un significato particolare ed urgente nello Sri Lanka”. Infatti, ha spiegato Bergoglio, “per troppi anni gli uomini e le donne di questo Paese sono stati vittime di lotta civile e di violenza. Ciò di cui ora c’è bisogno è il risanamento e l’unità, non ulteriori conflitti o divisioni”. Certamente, ha continuato, “la promozione del risanamento e dell’unità è un impegno nobile che incombe su tutti coloro che hanno a cuore il bene della Nazione e dell’intera famiglia umana”. Perciò, ha espresso la speranza che “la collaborazione interreligiosa ed ecumenica dimostrerà che, per vivere in armonia con i loro fratelli e sorelle, gli uomini e le donne non devono dimenticare la propria identità, sia essa etnica o religiosa”.

“Quanti modi ci sono per i seguaci delle diverse religioni per realizzare questo servizio! Quanti sono i bisogni a cui provvedere con il balsamo della solidarietà fraterna! – ha esclamato Francesco – Penso in particolare alle necessità materiali e spirituali dei poveri, degli indigenti, di quanti ansiosamente attendono una parola di consolazione e di speranza. Penso qui anche alle molte famiglie che continuano a piangere la perdita dei loro cari”. Soprattutto, “in questo momento della storia della vostra Nazione, quante persone di buona volontà cercano di ricostruire le fondamenta morali dell’intera società!”. Di qui l’auspicio: “Possa il crescente spirito di cooperazione tra i dirigenti delle diverse comunità religiose trovare espressione in un impegno a porre la riconciliazione fra tutti gli srilankesi al cuore di ogni sforzo per rinnovare la società e le sue istituzioni. Per il bene della pace, non si deve permettere che le credenze religiose vengano abusate per la causa della violenza o della guerra. Dobbiamo essere chiari e non equivoci nell’invitare le nostre comunità a vivere pienamente i precetti di pace e convivenza presenti in ciascuna religione e denunciare gli atti di violenza quando vengono commessi”. “Che questo fraterno incontro confermi noi tutti negli sforzi per vivere in armonia e diffondere le benedizioni della pace”, ha concluso il Papa.