Renzi a Strasburgo: “L’Europa cambi o resterà il fanalino di coda del mondo”

“Credo che o l’Europa cambia marcia nell’economia o diventeremo fanalino coda di un mondo che cambia rapidamente”. L’eredità lasciata da Matteo Renzi al termine del semestre di presidenza italiana del Consiglio Europeo è un invito, l’ennesimo, ad abbandonare la strada del rigore per abbracciare quella della flessibilità. E’ stato il tam tam di questi sei mesi ed anche oggi il premier è tornato a ribadirlo.  “A nostro giudizio stiamo andando nella giusta direzione – ha spiegato –  ma dobbiamo fare di più. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”. Renzi ha poi rivendicato i risultati raggiunti: “Se quello che si e fatto in sei mesi per flessibilità e investimenti si fosse fatto nei sei anni precedenti l’Europa non sarebbe vicina alla deflazione”.

Le ultime elezioni Europee hanno reso più forte di il Partito Socialista Europeo (soprattutto per la straordinaria affermazione del Pd dello stesso presidente del Consiglio) ma non può essere ignorata la ventata euroscettica arrivata sin dentro l’aula di Strasburgo. “C’è un’idea dell’Europa che serve al mondo – ha detto Renzi – da un lato e dall’altro chi investe sulla demagogia e la paura e vuole rannicchiare i nostri valori in una fortezza”. Secondo il capo del governo il populismo “può portare un decimale di voto in più ma se saremo leader sapremo accettare la sfida di far tornare l’Europa a fare il proprio mestiere”.

Dopo i terribili fatti di Parigi il dibattito sulla sicurezza è tornato prepotentemente di moda all’interno del massimo consesso europeo. Secondo Renzi: “Quando si pensa di difendere la nostra identità richiudendoci in fortezze in nome della sicurezza, dobbiamo dire che la libertà è la precondizione per la sicurezza. Non c’è sicurezza possibile senza libertà in Europa”. Per questo non bisogna rinunciare ai principi fondanti dell’Ue che il terrorismo vorrebbe spazzare via. “I nostri nemici non potendo ucciderci puntano a cambiare il nostro modo di vivere – ha sottolineato – non possiamo consentirlo a nessuno”. Sempre sull’emergenza integralismo Renzi ha detto: “Qualcuno in queste ore arriva a dire che dobbiamo vivere impauriti e rannicchiati, ponendo identità e integrazione in contrasto, ma da italiano e uomo di sinistra dico che non lasceremo mai la parola identità a chi grida più forte perché è una parola bella, che esprime il senso profondo di essere europei: sono fiero delle mie radici”.

Il lavoro svolto dal governo è stato applaudito da Jean Claude Juncker. “La presidenza italiana ha fatto un buon lavoro, è stata all’altezza, e spero che il governo italiano si ricordi delle sue ispirazioni nobili e che il suo popolo resti europeista” ha commentato il presidente della Commissione Europea prima di chiudere il suo intervento dicendo in italiano “Viva l’Italia!”.